Inutile negare che nel ricco Alto Garda, perla del già ricco Trentino, si viva bene. Ma se su questo dato di fatto concordano anche gli industriali del C9, riunitisi in assemblea giorni fa, assai meno idilliaca, per loro, sembra essere la situazione sul fronte lavorativo. «Non un lamento fine a se stesso – puntualizzano – bensì di un ragionamento sostenuto da innumerevoli esempi che dimostrano come eccesso di burocrazia, nodi infrastrutturai irrisolti da anni e carenza di manodopera specializzata limitino fortemente le potenzialità di sviluppo dell’area, ostacolando e talora demotivando la classe imprenditoriale, che andrebbe invece coltivata e valorizzata quale ricchezza per la comunità, non solo in termini economici».Con il presidente di Assindustria, Enrico Zobele, il vice presidente per i rapporti interni, Gianfranco Pedri, il vice presidente per i rapporti economici (nonché industriale di zona) Alessandro Fedrigoni e il direttore Fabio Ramus, gli imprenditori del C9 si sono confrontati analizzando gli aspetti negativi, ma anche quelli positivi, della realtà locale. Analisi approfondita, la loro, da cui è emerso un quadro tutto sommato positivo, con una nota – la solita – stonata: «Il clima generale attraversato dall’industria – ha detto Zobele – è generalemente buono, così come lo sono le previsioni dell’anno in corso. Il problema maggiore, invece, è rappresentato dalla politica che si dimostra spesso incapace di risolvere i nodi sul tappeto. Occorre, dunque, proseguire sulla strada di una maggior collaborazione tra pubblico e privato». Un concetto, questo, che tutti i relatori hanno ribadito: secondo Pedri la pubblica amministrazione non deve essere un avversario, ma un prezioso alleato con cui intrattenere rapporti costanti. Rapporti che, nell’Alto Garda e Ledro, gli imprenditori hanno ha già iniziato ad allacciare – il caso della Gts, Garda Trentino Sviluppo, ne è esempio – e che rappresentano il futuro dell’industria e dell’economia locale. Industria che proprio da noi è più presente, non solo in termini numerici, ma anche qualitativi: 50 le aziende del C9 aderenti ad Assindustria – con un totale di 4 mila dipendenti – attive in settori come edilizia, meccanica, chimica-tessile, cartiere o autotrasporto merci e autentici traini «per lo sviluppo dell’area e la creazione di un importante indotto all’interno degli altri settori dell’economia locale». «Qui meglio che altrove in Trentino – ha spiegato Zobele – e forse addirittura in Italia, industria e turismo hanno trovato il modo di convivere positivamente». Parole che hanno trovato il consenso dell’assessore provinciale all’industria e al turismo, Marco Benedetti, il quale ha assicurato l’impegno della provincia per la soluzione dei problemi strutturali e ha illustrato le linee politiche e i futuri interventi normativi.
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Intralcia i nuovi progetti e impedisce di fatto la risoluzione dei problemi sul tappeto
Industriali del C9: «La politica rema contro»
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