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«La motovedetta serve»

Non smette di suscitare reazioni, preoccupazioni e sollevazioni da parte delle amministrazioni locali la scelta del comando generale dei Carabinieri di Roma di togliere in tutta Italia buona parte delle motovedette «classe 200» dislocate in punti turistici ritenuti strategici. A farne le spese, finora, la «230» di Torri, oltre alla motovedetta di Gargano, a nord di Salò, e quella di Desenzano, ridimensionata a servizio estivo a bordo di un gommone. Il comandante del nucleo mezzi navali della Guardia Costiera del Garda, Marco Ravanelli, spiega dal punto di vista tecnico cosa cambia materialmente nel lavoro quotidiano e nella sicurezza del più grande lago d’Italia, in seguito a questa decisione. «Premesso che, come militare non posso nè voglio commentare le scelte del comando generale dell’Arma di Roma, come responsabile della Guardia Costiera del Garda voglio solo mettere in luce alcuni aspetti tecnici oggettivi, che questa riorganizzazione comporta per il nostro comando. In pratica», prosegue, «c’è una diminuzione della presenza delle motovedette dei Carabinieri sul Garda pari al 50 per cento visto che, senza quelle di Torri e Gargano, oltre che con la riduzione del presidio di Desenzano, le barche a disposizione sono ora solo quelle di Peschiera, Salò e Riva». Ma per chi è incaricato dalle Prefetture di Verona, Brescia e Trento di coordinare servizi di prevenzione e soccorso sul lago, tre motovedette in più o in meno la differenza la fanno. Eccome. «In barba agli appena 7 mila euro di costo annuo di una motovedetta, che certamente non disastra i bilanci dello Stato», hanno ricordato dal Comune rivierasco. «La Guardia Costiera», specifica il comandante, «ha il compito di fare intervenire i mezzi di soccorso 24 ore su 24 inviando sul posto chi è più vicino. È chiaro che ridurre il numero delle motovedette significa ovviamente minor sicurezza. Questo», precisa ancora, «non è una opinione mia ma, semplicemente, un dato oggettivo».Se sulla sponda bresciana restano in servizio la motovedetta di Salò, quella estiva di Desenzano, oltre alla Guardia Costiera, sulla sponda veronese la prima e unica motovedetta è confinata a Peschiera. L’altro presidio, molto a nord, è quello di Riva del Garda, in Trentino.«Provvederemo ad intensificare i nostri servizi», assicura Ravanelli, «e quindi cercheremo di sopperire alla scomparsa delle motovedette di Torri e Gargnano con una maggiore presenza nel medio e alto Garda, ma certamente non sarà la stessa cosa». «Con i Carabinieri», conclude, «abbiamo collaborato finora in maniera egregia. Mi auguro che questa razionalizzazione del servizio possa essere modificata e che le loro motovedette ritornino in acqua al più presto». Anche perchè, a differenza della Guardia Costiera, che ha il compito istituzionale e la competenza legale per intervenire solo nell’ambito dei soccorsi, le azioni di polizia sono invece di esclusiva competenza di Carabinieri, Polizia e della Guardia di Finanza. Cosa, quest’ultima, che avevano rilevato anche i sindaci di Torri, Brenzone e Malcesine nella missiva inviata a Roma, al comando generale dell’Arma. Nella lettera i primi cittadini si opponevano alla scomparsa del servizio navale dei carabinieri di Torri e la faccenda, grazie al deputato di An Alberto Giorgetti, era approdata fino in Parlamento.

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