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Microchip per salvare i cavalli rubati

Non solo i cavalli, ma anche selle e il costoso materiale per l’equitazione sono da tempo al centro di razzie da parte di bande ben organizzate. Un’attività delinquenziale ben precisa con interessate e colpite in particolare le zone dell’entroterra del lago di Garda. Recentemente furti di equini si sono registrati a Bardolino come a Cavaion, a Lazise ma anche a Caprino, a Peschiera e nello stesso tempo a Bussolengo, Castelnuovo e nel Mantovano. Una situazione con il tempo sempre più preoccupante e insostenibile per i proprietari che vivono «in una situazione di angoscia». Motivazione questa che ha spinto alcuni proprietari di cavalli, non solo della zona del Garda, a costituirsi in comitato a difesa dei loro animali. Comitato «Salviamo il nostro cavallo» già sottoscritto da una trentina delle più di cinquanta persone presenti alla riunione dell’altra sera svoltasi nella sala consiliare comunale per appunto cercare le soluzioni a una situazione ormai intollerabile più grave di quanto può sembrare a una prima analisi. Non sempre i furti vengono denunciati, è emerso nel corso della serata, e questo crea una carenza di informazioni precise in grado di aiutare i derubati ma anche le forze dell’ordine a stroncare un’attività delinquenziale che ha come fine il procacciamento di animali da destinare alla macellazione clandestina. Un’attività al di fuori di ogni controllo sanitario con prevedibili danni alla salute dei consumatori di carni equine in quanto gli animali rubati e macellati clandestinamente il più delle volte sono soggetti a terapie veterinarie con l’assunzione di forti antibiotici sverminanti o sostanze simili. Motivazioni più che sufficienti, compresa quella che gli animali sottratti, alcuni dei quali di razze pregiate e costose, rappresentano un particolare bene affettivo non quantificabile in denaro, che hanno convinto i proprietari di equini a costituirsi in comitato e quindi avere più forza al fine ben preciso di sensibilizzare al massimo le autorità pubbliche competenti (prefetto, sindaci e forze dell’ordine) affinché intervengano nell’avviare tutte quelle misure, dal controllo alla vigilanza, atte a fronteggiare e prevenire questa tipologia di eventi delittuosi. Furti che si verificano in particolare, è emerso dalle varie testimonianze dei derubati, quando nei Comuni vicini, ove avvengono i furti, si installano campi di nomadi. Razzie anticipate, come è sovente avvenuto, dall’arrivo in zona di persone che con la scusa di raccogliere vecchie ferraglie, studiano il luogo, individuano eventuali sistemi di allarme e passare poi le informazioni raccolte a chi verrà a mettere a segno il furto? Tra le proposte avanzate per arrivare tempestivamente al riconoscimento degli animali razziati, l’inserimento sotto pelle ad ogni equino di un microchip. Questo darebbe la possibilità, alle forze dell’ordine dotate di rilevatore, di accertarsi della proprietà dell’animale e quindi bloccare e denunciare chi li trasporta clandestinamente. «Soltanto agendo come gruppo organizzato e ognuno costantemente informato», ha detto la signora promotrice di questo primo incontro che ha visto la presenza anche del sindaco Armando Ferrari,« possiamo arrivare a sensibilizzare maggiormente sia l’opinione pubblica che l’attenzione delle forze dell’ordine. In quest’ottica quindi anche l’altra iniziativa emersa; l’apertura di un sito internet per raccogliere notizie in merito ai furti o tentate razzie.

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