La produzione industriale moderna si avvale di processi e sistemi da prendere in considerazione, tra cui la sinterizzazione. Una tecnologia affascinante e strategica, capace di trasformare delle polveri metalliche in componenti dalle alte prestazioni.
È una tecnica che unisce precisione, efficienza e sostenibilità, offrendo soluzioni concrete per chi necessita di un metallo sinterizzato dalle geometrie complesse e qualità meccanica. Come funziona e perché la maggior parte delle aziende sceglie questa strada? Facciamo chiarezza.
Come funziona la sinterizzazione dei metalli?
Alla base della sinterizzazione si pone un principio semplice e straordinariamente efficace, ovvero l’unione di particelle metalliche senza arrivare a fondere completamente il materiale. Il processo si rende possibile riscaldando le polveri a temperature molto elevate (vicine, ma mai superiori, al punto di fusione) in modo che gli atomi sulla superficie delle particelle inizino a diffondersi e a legarsi tra loro. Il risultato finale è un solido compatto, resistente e spesso già vicino alla forma finale del prodotto desiderato.
A seconda del materiale e della precisione richiesta, il ciclo termico può variare in durata e intensità. Si potrà ottenere, quindi, un componente resistente e uniforme, pronto per essere utilizzato o, se necessario, rifinito con lavorazioni minime.
Vantaggi nell’uso dei prodotti sinterizzati
Uno dei motivi principali per cui la sinterizzazione ha guadagnato terreno negli ultimi anni è la capacità di combinare versatilità e prestazioni. Il procedimento di cui sopra permette di realizzare dei componenti con geometrie complesse, difficili da ottenere con le tecnologie tradizionali, con caratteristiche tecniche personalizzabili in base all’uso finale.
Chi lavora nel settore meccanico, automobilistico o dell’elettronica, apprezza in modo particolare la ripetibilità e l’affidabilità del processo. Attraverso l’uso di stampi ad alta precisione e a sistemi di controllo qualità avanzati (come l’SPC), è possibile produrre grandi volumi con margini di errore minimi. Oltre a ciò, il materiale impiegato è quasi completamente convertito in prodotto finito, riducendo drasticamente gli scarti.
L’aspetto ambientale è altrettanto importante, considerando che non ci sia la necessità di fusione completa del metallo ottenendo, di conseguenza, un notevole risparmio di risorse energetiche. In più, il processo consente di recuperare e riutilizzare facilmente le polveri non sinterizzate o gli scarti, contribuendo a un’economia circolare e sostenibile.
Per quanto riguarda i costi, la sinterizzazione è vantaggiosa oltremodo su scala industriale. Avvalendosi degli esperti, si può effettuare un investimento di ritorno immediato, rapidamente ammortizzato.
Come avviene la sinterizzazione?
La fase di sinterizzazione vera e propria è particolarmente articolata e affascinante. Tutto parte da una materia prima di qualità, ovvero la polvere metallica. La scelta non è mai casuale e frutto di un’analisi precisa in base alla destinazione d’uso. Le polveri vengono dosate, miscelate e talvolta trattate con sostanze che ne facilitano la compattazione e migliorano il comportamento termico.
Una volta preparata, la miscela viene caricata nello stampo, dove la pressione, spesso superiore a diverse centinaia di MPa, la trasforma in un corpo solido e definito, seppure ancora delicato. A questo punto, il componente viene trasferito in un forno a tunnel o a campana, dove la temperatura aumenta fino a superare i 1000 °C, seppur restando sotto il punto di fusione del metallo. È proprio questo intervallo termico che consente agli atomi superficiali di muoversi e saldarsi tra loro, dando origine a una struttura continua.
Al termine della sinterizzazione, il componente è pronto per entrare in servizio.