giovedì, Maggio 2, 2024
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Le terre dell’olio per il rilancio dell’olivicoltura del Garda

Slow food & Ghiottoni

L’alto Garda è certamente una delle più famose terre dell’olio in Italia. Quantitativamente la produzione è limitata, però in riviera benacense si può trovare qualche gioiellino di pregio sicuramente confrontabile con l’oro liquido degli assolati oliveti del Sud. Ed è proprio un confronto-incontro quello che quattro ristoranti dell’alto Garda veronese stanno proponendo in tavola in questi giorni, sino al 31 dicembre, sotto l’egida di Slow Food del Garda Veronese e dell’associazione I Ghiottoni di Torri del Benaco. Il titolo della rassegna è «Le terre dell’olio» e si articola su quattro menù degustazione incentrati su cinque oli extravergini d’oliva di aziende gardesane e mediterranee segnalate dalla Guida agli extravergini di Slow Food. Ci sono dunque l’extravergine Crer di Roberto Consolini, albergatore di Torri del Benaco che negli ultimi tre anni si è imposto per la qualità della sua piccola produzione, il denocciolato di Casaliva di Gianfranco Comincioli, sindaco di Puegnago del Garda, sulla riva bresciana, seguace delle teorie di Luigi Veronelli in campo oleario, e poi l’extravergine dop Terre di Bari Castel del Monte dop dei Fratelli Galatino di Bisceglie, in Puglia, il D’Olia di Enrico Loddo di Dolianova in Sardegna e l’extravergine della Società Iniziative Agricole Val Paradiso di Favara, nell’Agrigentino, in Sicilia. Quanto ai ristoranti, sono il Kus di San Zeno di Montagna, la Fassa di Castelletto di Brenzone, il Caval di Torri del Benaco e il Vecchia Malcesine di Malcesine. Ce n’è uno ciascuno, quindi, per i quattro comuni che di recente hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per il rilancio dell’olivicoltura locale, anche attraverso l’acquisto e il ripristino del frantoio di Brenzone. I piatti? Ci sono proposte per tutti i gusti, dal tradizionale al creativo. Per restare nell’alveo della tradizione, ecco il luccio in salsa e le sarde in saór, la crema di patate con lavarello affumicato e porri stufati, luccio mantecato con sedano, rapa al tartufo, limone candito e crostini, lo sformato di cardi con salsa al tartufo e pane oppure i lunghetti di farina di kamut, cavolo verza, pinoli tostati e olio ai pistacchi. In tavola, preabbinati ai piatti, vini provenienti dal Nord e dal Sud d’Italia, tutti opera delle cantine del Gruppo Italiano Vini.

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