giovedì, Aprile 25, 2024
HomeAttualitàA San Nicolò la «Pietà» incorniciata d’oro
Torna sull’altare absidale la storica opera di autore ignoto. Prossimamente lavori anche sul tempio. La tela del ’500 è stata definitivamente restaurata grazie alla famiglia Amicabile

A San Nicolò la «Pietà» incorniciata d’oro

Dieci anni dopo, 1993-2003, la Pietà del 500, di autore sconosciuto, torna a risplendere sull’altare absidale della antica chiesetta di San Nicolò al porto. Era stata infatti restaurata, per iniziativa dell’associazione culturale Francesco Fontana, nel 1993, ad opera della restauratrice Daniela Campagnola e ricollocata nella chiesetta di San Nicolò dopo essere stata per anni riposta nella parrocchiale dei santi Zeno e Martino. L’opera però era sino ad ora priva di una idonea cornice che ne valorizzasse la tela. Da pochi giorni il quadro raffigurante «compianto sul Cristo morto» ha una nuovissima cornice dorata. È stata donata dalla famiglia di Alfonso Amicabile per un particolare attaccamento della famiglia alla storica chiesetta collocata sul porto vecchio. Il dipinto è stato con l’occasione pulito dalla polvere e dagli schizzi di colore e malta sempre ad opera di Daniela Campagnola. Gli esperti dicono che il pittore deve aver avuto una gran fretta nel realizzare l’opera. Lo desumono da alcuni particolari del quadro: il corpo ed il volto di Cristo, per esempio, oppure le mani della Maria vicina a San Giovanni. Forse all’artista erano stati imposti dei tempi stretti dai committenti, oppure vi era l’incombente minaccia delle incursioni dei Lanzichenecchi che suggeriva di sbrigarsela in poco tempo per cercare lidi più sicuri? L’artista sicuramente non doveva essere una celebrità. La stessa stesura del colore, spessa e poco dettagliata, denota una manualità poco sicura. La tela arrivò nella chiesa di San Nicolò agli inizi del ’600. Fu donata dalla famiglia Tabasini alla Confranternita di San Nicolò. Era la pala dell’altare secondario, dedicato appunto all’addolorata. L’opera pittorica subì parecchie traversie. Venne rimpicciolita, tagliandone un pezzo, come pare evidente dal fatto che i personaggi, sul lato sinistro, sono bruscamente interrotti. Tornò in San Nicolò solamente nel 1953 quando venne restaurata la chiesetta ad opera del Comune di Lazise con l’allora sindaco conte Everardo Macola. Nel corso dei secoli venne rimaneggiata più volte, magari con restauri ben poco felici. Vi furono poi aggiunte di nuovi elementi: il legno della croce, le aureole sul capo del Cristo, della Vergine, il volto di Giuseppe d’Arimatea. Aggiunte asportate nel 1993 dal primo restauro di Campagnola. La tela ora, con la nuova cornice dorata, offre una immagine di grande effetto nella piccola abside del tempietto. Maggiore effetto, comunque, lo si vedrà in futuro allorquando sarà totalmente restaurata la chiesa su progetto dell’ingegnere Narciso Munari, grazie all’intervento finanziario del Banco Popolare di Verona e Novara, che si è impegnato a sostenere la spesa.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video