giovedì, Marzo 28, 2024
HomeAttualitàBeffa da panico all’ex polveriera
Gli artificieri militari recuperano gli esplosivi, visti da un bagnante. Giorgetti: «Terrorismo? Ipotesi concreta». Ventiquattro bombe inesplose ripescate da ignoti e lasciate in vista sull’isola Trimelone

Beffa da panico all’ex polveriera

Beffa da panico sull'isola del Trimelone, ex polveriera militare. Quasi cento chili di esplosivo, in 24 bombe e proiettili, sono stati abbandonati in bella vista, non si sa da chi. Appena si sono accorti della pericolosa sorpresa, i hanno fatto intervenire gli artificieri; nel primo pomeriggio i residuati bellici sono stati così portati via dall'isola, una lingua di terra nelle acque davanti alla frazione di Assenza. Mistero su chi abbia raccolto i proiettili e le bombe e le abbia disposte in bella mostra sulla spiaggia, sul lato sud dell'isolotto, quasi a mo' di sfida. Gli esplosivi da oltre cinquant'anni sono una minaccia sui fondali dell'isola, un'ex polveriera (vedi articolo a sinistra in questa pagina). Bombe e proiettili recuperati sulla spiaggia erano tutti in perfetta efficienza. Potevano provocare una strage. Sabato pomeriggio un diportista che navigava all'altezza dell'isola avrebbe notato strani oggetti posti accatastati sul lato sud della spiaggia, un posto piuttosto recondito. L'uomo avrebbe chiamato dal proprio telefono cellulare il 112, segnalando il caso. L'allarme è subito scattato alla compagnia carabinieri di Caprino, comandata dal capitano Carmelo Graci. L'ufficiale ha quindi inviato sul posto la motovedetta dell'Arma ormeggiata a Torri, guidata dal capo equipaggio Antonio Nicotera. I militari hanno accertato che si trattava di ordigni bellici e hanno piantonato la zona per tutto il pomeriggio di sabato, la notte successiva, la giornata di domenica e fino al pomeriggio di lunedì la zona, impedendo a chiunque di avvicinarsi, in attesa degli artificieri. L'isola del Trimelone è, o meglio, dovrebbe essere, da sempre vietata a subacquei, natanti e bagnanti: zona militare, pericolosa per la presenza di ordigni inesplosi. Invece, spesso è meta di furtive gite turistiche. Infatti i ritrovamenti di ordigni da parte di scriteriati subacquei, già da molti anni, sono all'ordine del giorno. Il Comune di Brenzone ha chiesto in modo reiterato finanziamenti per la bonifica e nel marzo scorso, su proposta dell'assessore regionale veronese Massimo Giorgetti, aveva ottenuto da Venezia 200mila euro per iniziare i lavori. Le operazioni di sminamento sistematico però ancora non sono iniziate. La spiaggia, intanto, è stata però liberata dall'esplosivo depositato a sorpresa dai militari del Boe, il nucleo bonifiche ordigni esplosivi dell'ottavo battaglione Genio guastatori della Folgore, di stanza a Legnago. C'erano proiettili da mortaio, una bomba d'aereo, due da bombarde, una decina di proiettili da contraerea e infine quattro «bombe chimiche», riferiscono gli investigatori, senza per ora dire di più. «In totale sono circa 100 chili di esplosivo», conferma l'assessore ai lavori pubblici di Brenzone, Davide Benedetti. «C'è da peoccuparsi a pensare l'utilizzo che se ne sarebbe potuto fare». Dice il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli: «Chi ha recuperato l'esplosivo e l'ha lasciato sulla spiaggia non credo sia persona in cerca di soprammobili per la casa. Senza fare allarmismi, non posso però escludere nulla. Nemmeno che si tratti di qualcuno, magari munito di mappa dettagliata, che volesse recuperare le bombe per utilizzarle magari in attentati o azioni criminose. Da anni chiediamo di poter bonificare la zona», insiste il sindaco, «e certamente il finanziamento ricevuto da Venezia è un importante primo passo, ma non basta. Qui di soldi ce ne vogliono moltissimi, circa 800mila euro, ed è ora che anche il governo si muova per finanziare un repulisti definitivo e complessivo. Non possiamo assolutamente più tollerare questo stato di cose allarmante». Nei mesi scorsi il Comune di Brenzone aveva chiesto fondi anche alla Provincia di Verona. «Avevamo domandato un contributo di 6000 euro», conclude Giacomo Simonelli, «per costruire una piccola centrale eolica sull'isolotto. Grazie al vento che sferza continuamente quel tratto di costa infatti contiamo di produrre l'elettricità sufficiente ad alimentare alcune boe di delimitazione delle acque pericolose, a salvaguardia di natanti e bagnanti. L'energia elettrica prodotta sarebbe in grado di alimentare le boe luminose. Ma ancora non se ne è fatto nulla». A Brenzone è arrivato anche l'assessore regionale alla sicurezza e ai lavori pubblici. «Questo ulteriore e inquietante ritrovamento», ha detto Giorgetti, «conferma la bontà del provvedimento che avevamo fatto nei primi mesi dell'anno e indica la necessità di agire alla svelta con le operazioni di bonifica. È chiaro che i 200mila euro che avevamo stanziato, anche se non saranno sufficienti, vanno spesi al più presto almeno per iniziare a bonificare i primi metri di fondale. L'acqua bassa di questi mesi infatti accentua ancora più il rischio. Dopo gli attentati dell'11 settembre non possiamo più credere o sperare che il ripescaggio delle bombe possa essere solo una bravata di qualcuno. Questa è un'ipotesi concreta, che fa accapponare la pelle. Ho parlato con il prefetto di Verona e ho ottenuto disponibilità a riunire politici, forze dell'ordine, amministratori comunali e regionali, attorno a un tavolo per dare corso alle operazioni di bonifica. Il tutto entro tempi strettissimi». Intanto, per ordine della prefettura, l'intera isola del Trimelone sarà circondata da boe che segnaleranno ulteriormente, oltre ai cartelli già presenti sia sulla spiaggia di Assenza che sull'isola, il divieto di avvicinarsi per chiunque.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video