venerdì, Marzo 29, 2024
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La società respira aria di crisi e il presidente Bortolazzi chiede 40 milioni ai soci. Uno dei quali è pronto a farsi avanti, anche per spostare gli equilibri.
La Provincia lombarda intende mettere 10 milioni da utilizzare per il rilancio dello scalo d

Catullo, Brescia vuole decidere

Catullo, Brescia vuole decidereLa Provincia lombarda intende mettere 10 milioni da utilizzare per il rilancio dello scalo di MontichiariL’aria di crisi che da mesi grava sull’aeroporto di Montichiari ha investito anche Verona. Che la Catullo fosse in difficoltà nell’ambiente si sapeva. La voce circolava da un po’. Ma vederlo scritto nero su bianco nella lettera che il presidente Fabio Bortolazzi ha inviato ai soci fa tutt’altro che piacere. Verona, in sostanza, sarebbe sul punto di chiudere l’anno con una perdita di 5 milioni di euro, è in calo di passeggeri e chiede ai soci 40 milioni per rafforzare la struttura patrimoniale.DENARO SUL PIATTO. La Provincia, unico socio bresciano «attivo» nella società veronese dopo che la Camera di commercio si è chiamata fuori, intende investire per la sua parte. Si parla in questi giorni di 10 milioni per il 2009. L’annuncio sarebbe arrivato nella riunione di maggioranza convocata per discutere le linee del bilancio di previsione, che passerà in consiglio la prossima settimana.Il vicepresidente della Provincia Aristide Peli conferma che «nel bilancio ci sarà una parte importante di investimenti destinati all’aeroporto». Ma precisa che la somma – di cui non specifica l’entità – andrà utilizzata per lo più per Brescia. «Sul resto parteciperemo per la percentuale che abbiamo».E in relazione ai conti in rosso della Catullo commenta: «Se ci chiedono di fare la nostra parte la faremo in percentuale – prosegue – ma dal punto di vista infrastrutturale lo scalo di Montichiari va rilanciato».Il vicepresidente non si stupisce che dai piani dei veronesi siano scomparsi gli investimenti per il piano di sviluppo di Verona e Brescia: «La situazione economica è quello che è», commenta. Ma precisa che comunque la presidenza «è al lavoro per le consultazioni di cui il consiglio ha dato mandato» e intende «predisporre un nuovo assetto in cui i bresciani contino e non solo per ripianare i debiti. Brescia deve poter decidere».Dopo le ultime notizie sullo stato della Catullo torna a far sentire la sua voce anche Franco Tamburini, presidente di Abem, la società bresciana che punta alla concessione del D’Annunzio.Da mesi, Tamburini non dice la sua sulla vicenda dell’aeroporto. Ha preferito chiudersi nel silenzio in attesa che ci fossero sviluppi da Roma. Ma le notizie che arrivano da Verona sono importanti. «È sconcertante – esordisce Tamburini – che una società come la Catullo che ha in mano due asset strategici non riesca a chiudere il bilancio non dico con degli utili, ma almeno pianificando degli investimenti».E alla richiesta di aumento di capitale, per Tamburini, «qualcuno deve dare risposte, perché si tratta anche di fondi gestiti per la collettività».

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