giovedì, Aprile 25, 2024
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Dopo l’uscita di Desenzano e Sirmione, situazione critica. Una lettera alla Regione per cercare di salvare l’organismo

Comunità, ultimo appello «Più competenze o morte»

La Comunità del Garda ha lanciato un grido di dolore: o le vengono affidati nuovi compiti o chiude. L’assemblea svoltasi l’altra sera a Gardone Riviera ha preso atto della situazione creatasi con l’uscita di Desenzano (la località più popolosa del bacino) e Sirmione. E ha deciso di inviare un messaggio a Regioni, Province e parlamentari, approvando il seguente documento: «Ritenuta la necessità di assicurare la continuità, il rafforzamento e il rinnovamento dell’azione della Comunità, che rappresenta l’unica sede per incontrarsi e armonizzarsi in maniera non discontinua nè episodica», delibera di chiedere «la costituzione di una società interregionale per la gestione della navigazione pubblica sul Garda, così come specificato nella legge nazionale 422 del ’97 e in quelle regionali (Lombardia n. 22 del ’98 e Veneto n. 25 sempre del ’98), l’istituzione di un osservatorio turistico permanente, l’organizzazione di un centro permanente di indagine di controlli coordinati sullo stato delle acque sia sull’aspetto qualitativo (biologico, chimico, fisico) che quantitativo (livelli), e di un servizio coordinato per la sicurezza in acqua e in terra. Dà mandato al direttivo di costituire un comitato politico-istituzionale (…) allo scopo di individuare e porre in essere ogni idonea iniziativa, compresa l’eventuale trasformazione in ente di diritto pubblico, da sottoporre all’approvazione dell’assemblea generale entro sei mesi». Il presidente Pino Mongiello, ex sindaco di Salò, ha tenuto la relazione introduttiva, ricordando l’attività svolta negli ultimi anni: l’accordo col Ministero dei trasporti per l’attivazione della Guardia costiera, la lotteria nazionale, l’Estate musicale del Garda, il Sommerservice (il notiziario dell’Automobil club tedesco), i corsi di formazione per gli addetti alla ristorazione, la realizzazione della carta nautica-turistico-stradale in tre lingue, la reimpostazione del portale informatico con la Easy Lake, l’annuario della ricettività (l’edizione 2005 è già stata stampata in 50mila copie, la metà delle quali diffuse attraverso l’Enit), il notiziario trimestrale in 40mila copie, i libri (l’ultimo: “I segni del sacro”). Mongiello ha spiegato che la Comunità sopravviverà solo se potrà gestire quattro settori: la navigazione sul lago, la qualità e quantità delle acque, la sicurezza, l’osservatorio del turismo. «Se così non sarà – ha concluso il presidente – bisognerà prevedere lo smantellamento, collocando il personale presso altri enti o, nella peggiore delle ipotesi, licenziandolo. Non vorremmo assistere all’esodo progressivo dei soci, con qualcuno che resta col cerino in mano, col solo obbligo di una responsabilità morale che non deve essere personale ma collegiale». Valerio Prignachi, assessore della Provincia di Brescia, ha aggiunto che la Comunità non può più continuare come semplice associazione, ma deve evolvere sul piano giuridico. Claudio Molinari, ex sindaco di Riva, ora consigliere della Provincia autonoma di Trento, ha criticato l’atteggiamento di Desenzano («è politicamente offensivo dire di voler rilanciare l’ente, andando via»). Mongiello ha aggiunto che sia Desenzano che Sirmione dovranno pagare la quota di iscrizione 2005, avendo dato disdetta dopo i termini stabiliti. Approvato il bilancio preventivo (le entrate ordinarie ammontano a 582 milioni di euro più 146 milioni di straordinarie), si è poi discusso della decadenza del vicepresidente Giovanni Zappalà, ex sindaco di Brenzone, e di Adelio Zanelli, assessore al turismo di Desenzano, ex presidente della Comunità. Da tempo i due non partecipano più alle riunioni del direttivo, e la statuto prevede che vengano cancellati. La proposta di sostituirli con Gian Paolo Bertera (per la sponda veronese) e Emanuele Giustacchini (per quella bresciana) non ha ottenuto consensi. Il direttivo proseguirà quindi con otto uomini, anzichè dieci. I nomi: Giuseppe Mongiello, Davide Bendinelli, sindaco di Garda, Marcello Cobelli e Marcello Beschi di Toscolano Maderno, Vicenzo Ceschini, geologo, di Riva, Antonio Pasotti, assessore a Garda, Bruno Righetti di Mantova e Clara Merici. Alla fine approvata la mozione di solidarietà a favore dell’ospedale S.Corona di Fasano, di proprietà del Civile di Brescia.

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