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Sì al preventivo 2000 (i costi, 25 miliardi, pareggiano i ricavi) e a una serie di investimenti (altri 20 miliardi).

Consorzio grandi numeri

Sì al preventivo 2000 (i costi, 25 miliardi, pareggiano i ricavi) e a una serie di investimenti (altri 20 miliardi). Ma sì anche alla necessità di chiudere il braccio di ferro con Umberto Chincarini, sindaco leghista di Peschiera, località che ospita (controvoglia) il depuratore. Così hanno deciso, l’altra sera, i sindaci della sponda bresciana del Garda, riuniti in assemblea a Portese di San Felice per approvare i bilanci e i programmi dell’azienda speciale Garda Uno.Da tempo Chincarini faceva la voce grossa, stufo della puzza (che ogni tanto ammorbava l’aria) e di quei liquami che provengono da tutti i paesi: Sinnione, Desenzano, la Valtenesi, Salò, Toscolano Mademo, Gargnano, Lazise, Bardolino. Chiedeva un risarcimento danni, una “indennità di disagio”, anche in virtù di una legge approvata dalla Regione Veneto. Trattative, rinvii, proposte, dinieghi. Chincarini a sbraitare, sollecitare, mugugnare. Gli altri a traccheggiare, tergiversare, rimandare.Finché, qualche giorno prima di Natale, il primo cittadino di Peschiera rompeva gli indugi e firmava un’ordinanza, proibendo l’accesso al depuratore dei camion con un peso superiore ai 35 quintali (a pieno carico), il che significava: no alle autobotti che portano nel pozzo nero i liquami delle fosse a perdere, ma no pure ai camion in uscita, coi fanghi prodotti dal processo di depurazione (contengono azoto, fosforo e componenti organici: impossibile tenerli a lungo nelle vasche). Il provvedimento è stato revocato in cambio di… 400 milioni. L’Azienda gardesana di servizi, che copre la riviera veronese, e il Garda Uno, presieduto da Guido Maruelli, di San Felice del Benaco, hanno infatti accettato di sborsare tale cifra, metà ciascuno, per il biennio ’98-’99. A dire il vero, Chincarini – che, come deputato, aveva sollevato la questione del disinquinamento del lago anche in Parlamento – reclamava i quattrini a partire dal ’92. Per l’esattezza: un miliardo e 100 milioni. “L’impianto ha sempre funzionato come una… discarica”, le sue obiezioni. Ma, con la scusa che aveva sollevato il problema soltanto verso la fine del ’97, e i consuntivi fino a quella data erano ormai chiusi, i sindaci delle numerose località se la sono cavata a un prezzo inferiore. E per gli arretrati? Gli hanno detto: “Se vuoi, rivolgiti al Tribunale civile. Toccherà al giudice dire se dobbiamo pagare o no”.Intanto la provincia di Verona ha autorizzato la prosecuzione dell’attività per 18 mesi, fino al 30 giugno 2001. Per poter ottenere l’ok definitivo, le due aziende speciali dovranno effettuare una serie di interventi, cominciando dalla copertura del dissabiatore, responsabile dei cattivi odori estivi. Il progetto di riqualificazione prevede una spesa di svariati miliardi, in buona parte finanziati dal Ministero dell’ambiente. Nei dettagli: sistemazione del verde e adeguamento degli edifìci, per ridurre l’impatto; ridefinizione degli accessi e degli spazi interni; realizzazione del sistema di controllo delle portate (by pass), allo scopo di evitare danni all’impianto e fenomeni di rigurgito, con possibili esondazioni. Per consentire una maggiore semplicità nel monitoraggio dei parametri, forse verranno riunificati i quattro scarichi che confluiscono nel canale Seriola Prevaldesca, il quale si immette nel Mincio a valle della diga di Salionze.L’assemblea, composta dall’assessore della Provincia (Mauro Parolini), dai sindaci (o loro delegati) e dal commissario prefettizio Rinaldo Argentieri (rappresentava Lonato), si è soffermata in particolare sul preventivo 2000, ascoltando le relazione del consiglio di amministrazione e dei revisori dei conti (Massimo Pollini, Eugenio Vitello e Aurelio Bizioli). Ha poi deciso di iniziare le procedure per trasformare il Garda Uno in società per azioni, così come previsto dal “collegato” alla Finanziaria, in discussione al Senato. Alla fine, è stato nominato il nuovo presidente dell’assemblea. Sarà Cino Anelli, numero 1 di Desenzano, in sostituzione di Manlio Mantovani, decaduto (a Lonato) con la sua giunta. Ermanno Pollini, di Moniga, rimane il vice.

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