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"I tempi di costruzione si sono allungati, confermo la notizia che il Mart ha dato ieri sullo slittamento dell'inaugurazione. La frana della collina non c'entra con questo ritardo sul completamento del Polo museale..."

Slitta l’apertura del polo Museale

“I tempi di costruzione si sono allungati, confermo la notizia che il Mart ha dato ieri sullo slittamento dell’inaugurazione. La frana della collina non c’entra con questo ritardo sul completamento del Polo museale, che è dovuto ad una questione di resa competitiva dei lavori che stiamo effettuando sulle fondamenta e sul posizionamento dei punti di calore di un’opera che ha ormai raggiunto i cento miliardi di spesa”: questa la dichiarazione di uno dei progettisti del Polo museale di Rovereto, l’ingegnere Giulio Andreolli, che è, con l’architetto svizzero Mario Botta, uno degli artefici della realizzazione di uno stabile che ospiterà le opere del Mart, il museo d’arte moderna e contemporanea, poi la biblioteca, un archivio, un auditorium da 460 posti su una superficie generale di dodicimila metri quadrati. Da lui abbiamo avuto l’ulteriore certezza della comunicazione della portavoce del Mart che ieri ha lanciato il messaggio, riportato da un’agenzia nazionale d’informazione, dello slittamento di un anno dell’apertura del Polo museale e culturale di Trento e di Rovereto. Verrà inaugurato il 30 settembre del 2001 invece che in quest’autunno quell’edificio rea i palazzi settecenteschi Alberti e del Grano, che ospiterà anche un ristorante, un’enorme autorimessa e una piazza coperta nel centro storico roveretano. Un primo slittamento era stato previsto nella primavera del 2001, poi la decisione definitiva. “Le ragioni dello spostamento della data di apertura – secondo la portavoce del Mart – sono in particolare le difficoltà incontrate nella costruzione delle fondamenta, poiché l’edificio si trova a ridosso della montagna si è dovuto prima rafforzare questo lato”. I lavori furono inaugurati nel novembre del ’97 dall’allora ministro per i Beni Culturali e vicepresidente del consiglio, il diessino Walter Veltroni, e l’iniziale previsione della spesa, stabilita con un resoconto del ’95, era di 89 miliardi. “Il costo dell’intervento è salito fino a cento miliardi – ci ha detto l’ingegner Andreolli – per ragioni fisiologiche legate, in un’opera di quelle dimensioni, anche ai problemi collegati al potenziamento dei muri sud-est e di quello che confina con la struttura delle Dame Inglesi. Inoltre un maggior impegno professionale e di verifica dei risultati ci è dato dal posizionamento dei punticalore. Quest’ultimo aspetto tecnico è stato ricalibrato. Le fonti di energia sono fondamentali per quest’opera così importante per la città, per la Provincia e per l’Europa”. Il progetto di Botta e di Andreolli predilige l’uso della luce naturale e prevede la piazza coperta quale vuoto coordinatore delle funzioni del Polo, luogo d’incontro e di sosta per la gente. Se qualcuno ci crede, nella sfortuna, si può anche sottolineare l’ennesimo intoppo per questa eccezionale opera culturale, avversata in parte dalla vicenda della frana della collina sovrastante – anche se sono le case di via Setteville che risentono di crepe e fenditure – poi dallo sciopero delle maestranze che hanno realizzato le murature in cemento armato e dai ritardi “naturali” che rallentano le costruzioni edili. “Ogni settimana – ci ha precisato l’ingegner Andreolli – tutte le opere vengono monitorate, c’è una lettura giornaliera dell’andamento dei lavori. Non possiamo certo affrettare gli interventi per poi magari pregiudicare il risultato finale della costruzione. Ribadisco che i movimenti della collina non hanno niente a che vedere con questi ritardi del cantiere. Con la costruzione del muro, che dovrebbe iniziare a giorni, il comune si augura di risolvere la situazione delle case sul “cappello” della collina”.

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