mercoledì, Luglio 2, 2025
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Via al piano di recupero dello storico albergo.Per l’opposizione manca il parere della Soprintendenza

Così il «Gambero» torna a nuova vita

E il Gambero va: il consiglio comunale di Salò ha approvato in via definitiva il piano di recupero dell’albergo, chiuso dopo il terremoto del 24 novembre 2004.Recentemente acquisito da due operatori locali (Fabio Tabarelli, ex gestore della pizzeria S.Ercolano di Maderno, e l’industriale Sandro Bana, figlio dell’ex assessore comunale Dino, ai tempi della Dc), il Gambero resterà dunque una struttura ricettiva. «Molti chiedono di trasformare gli alberghi in residence – ha commentato il sindaco -. In questo caso, no: per questo ci sembra una iniziativa da incoraggiare. All’inizio il progetto non teneva conto del contesto, e finiva per comprimere il monumento vicino: la porta col leone della Serenissima. Poi è stato gradualmente migliorato. La commissione edilizia lo ha esaminato quattro, cinque volte, arrivando a una soluzione gradevole».La superficie calpestabile è di 963 metri quadrati, e la volumetria di 3.009 metri cubi. La nuova proprietà intende demolirlo e ricostruirlo su quattro piani. All’ingresso ci sarà il ristorante, nei tre piani superiori 25 camere, nel seminterrato il centro benessere. Al termine la volumetria diventerà di 3.001 metri cubi e la superficie di 1.022 metri quadrati. I privati sistemeranno il marciapiede e renderanno pubblica la loro striscia di terra a fianco del torrente, dove realizzeranno un parcheggio a raso con nove posti.Non sono mancate le critiche: «Tutti gli immobili della zona sono vincolati – ha ricordato Gianluigi Pezzali, della minoranza -. Mi sembra molto strano che non lo sia la facciata dell’albergo che dà su via Fantoni. Prima di approvare un piano che prevede l’abbattimento dell’edificio ci penserei bene. Il muro in pietra su via Brunati è l’antica cinta fatta erigere da Ezzelino III da Romano nel 1273. E’ un pezzo di storia importante che non può essere demolito senza il parere della Soprintendenza».Anche Cinzia Goffi, esponente diessina, è preoccupata: «Si tratta di un intervento delicato, e chiedo agli uffici di controllare i lavori in modo sistematico e di verificare l’esistenza di un affresco del Landi nella prima camera a destra del primo piano». «Se, scrostando l’intonaco, troveremo il dipinto, lo salveremo – ha replicato il sindaco Cipani-. Garantisco che l’abbattimento e la ricostruzione saranno effettuati con la massima cura».

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