martedì, Luglio 1, 2025
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Quasi salvi i due tigli accusati di sporcare

Davanti al municipio

Salvati a metà. L’intervento del consigliere comunale Damiano Chiesa ha impedito, almeno per il momento, l’abbattimento di uno dei due lecci che crescono a ridosso dell’entrata del palazzetto municipale. Nei giorni scorsi l’esponente di minoranza, mentre si recava al lavoro, non aveva nascosto tutto il suo stupore nel vedere alcuni operai comunali tagliare con la motosega una delle due piante messe a dimora circa vent’anni fa, per una spesa attorno alle 800 mila lire. «Ho chiesto spiegazioni anche perché l’albero non era secco e nemmeno affetto da alcun fungo: per tutta risposta mi è stato detto che loro stavano solo eseguendo un ordine ricevuto in municipio». Indispettito, Pietro Chiesa, dopo aver pregato gli operai di sospendere il lavoro, si è diretto a Palazzo Gelmetti per le rimostranze del caso, quando per strada ha incontrato casualmente il sindaco Armando Ferrari. «È vero», conferma il primo cittadino, «era irritato e non poco, ma ad essere sinceri io stesso non ero a conoscenza di nulla, tanto da invitarlo a chiedere lumi all’ufficio tecnico». Detto e fatto. «Inizialmente ho ricevuto risposte evasive, al limite dell’assurdità, poi mi è stato confermato che è stata una decisione presa dalla Giunta comunale», riprende Chiesa. «Le motivazioni? Le due piante sporcano, arrecano umidità e sono in una posizione infelice». Dall’ufficio tecnico preferiscono non commentare e cortesemente invitano a parlare con il sindaco. «Non vedo dove sia il problema», afferma Armando Ferrari, «quelle due piante, che tra l’altro battevano contro la grondaia, le faccio togliere e le sostituisco con due olivi. Mi sembra semplice».

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