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Il progetto gardesano a Castellammare del Golfo per il meeting «Un polo per la disabilità» Eos «la vela per tutti».«Emozioni» fa scuola in Sicilia e da marzo troverà oltre a quello di Castelletto un approdo nel basso lago

Eos «la vela per tutti»fa cinquina a Bardolino

«Emozioni» salpa idealmente dal lago di Garda approdando nel mare di Sicilia. Il progetto di «velaterapia», guidato dall’associazione veronese «Eos la vela per tutti» a Castelletto di Brenzone, è stato tra i protagonisti del meeting «Un polo per la disabilità, un porto senza barriere», promosso a Castellamare del Golfo (Trapani) da enti e istituzioni col patrocinio del Comitato paralimpico italiano e del Segretariato sociale della Rai.Ed è proprio senza barriere, quasi completamente accessibile, il porto di Castelletto, dove s’affaccia il Circolo nautico Brenzone (Cnb), base nautica di «Eos» che oggi conta su una barca di 9 metri e tre imbarcazioni sportive per disabili, battezzate appunto «Emozioni», cui il 6 marzo se ne aggiungerà un’altra, acquistata dal Comune di Bardolino, che sarà ospitata al «Centro nautico Bardolino».Alla due giorni sicula hanno portato il loro contributo numerose associazioni internazionali e nazionali, tra cui anche «Eos», presieduta da Giacomo Murari Bra’, a propria volta skipper. Tra i relatori il velista veronese Luca Mantovani, uno degli animatori del progetto «Eos – la vela per tutti», l’iniziativa portata appunto avanti a Castelletto dove ogni sabato, dalle 15 in poi, «Eos» organizza uscite e allenamenti (347-9013846). Tutto prese corpo nel 2000 per la passione di Michele Dusi, magistrato veronese scomparso nel 2003, divenuto paraplegico anni prima, che mai s’ arrese all’immobilità né rinunciò al suo amore per la vela, il lago, il vento, la navigazione. Navigazione che poté fare anche in solitaria grazie proprio ad «Emozioni», il trimarano ideato e realizzato da «Eos». Mantovani ha illustrato l’attività rivolta ai disabili motori, parlando della collaborazione col Centro don Calabria di Verona e di «Emozioni», costruito su progetto del torresano Valerio Pighi nel cantiere Proteus Yachts di Cavaion.Forse proprio le mille emozioni che la navigazione dà, mettendo l’uomo a contatto vivo con la natura, la quale non si esprime solo con un «senso» ma sollecita mille e imprevedibili sensazioni, rendono questo sport «diversamente accessibile» a tutti. Lo hanno suggerito esperienze raccontate al convegno da disabili, come il non vedente Alberto Prudenzano che, in ottobre, col team della Nuova Zelanda, ha vinto la «Coppa Mondiale» del progetto «Homerus», iniziativa nata a Bogliaco. Giovanni Bosio, velista cieco, ha parlato della crociera in Terra Santa col «16 metri» della comunità Exodus di don Mazzi, equipaggio di ex tossicodipendenti e non vedenti. Il dottore Gian Luigi Nobili, dei reparti di psichiatria di Desenzano-Lonato e Gavardo, ha presentato l’avventura di «Hyak», la onlus che ha portato in vela e in regata pazienti di questi ospedali. Tra i progetti internazionali c’erano «Sail ability» di Malta e «Un mar sin barreras» di Valencia. Poi s’è parlato di abbattimento delle barriere architettoniche negli approdi, che vanificano il riconoscimento della patente nautica che i disabili possono avere sulla base di una nuova legge.«Ma il decreto attuativo pone molte limitazioni, che varie associazioni per disabili, tra cui “Eos”, stanno studiando affinché la patente si possa davvero prendere… finora nessun disabile c’è riuscito», nota Murari Bra’.

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