giovedì, Aprile 18, 2024
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Spunta una nuova spiegazione sulle possibili cause dell’esplosione che ha distrutto la strada provinciale a Bocca Navene: l’ultima parola agli artificieri

Forse è saltato un ponte minato

Meteorite, bomba colpita da saetta, fulmine da solo, frana, persino prove d’attentato o esplosione di un ponte minato ancora dai tedeschi. Mentre a Bocca di Navene non si sa ancora quando arriveranno gli artificieri dell’Ottavo reggimento guastatori Folgore di Legnago, chiamati dai carabinieri e dal Comune, si susseguono le ipotesi sull’evento che ha fatto sparire almeno 15 metri della strada Graziani.L’ipotesi del meteorite, subito scartata dai carabinieri che hanno fatto sopralluoghi, viene esclusa anche dagli esperti del Circolo astrofili veronesi che gestiscono l’osservatorio Angelo Gelodi a Novezzina.«Ritengo estremamente improbabile che quello sconquasso sia stato provocato da un meteorite», dice il responsabile Flavio Castellani. «Il fenomeno si sarebbe verificato tra l’ l e il 2 agosto durante un violento nubifragio caratterizzato da moltissimi fulmini. Fino alle 23, essendo poi saltata l’elettricità, non abbiamo alcuna registrazione che attesti pameteore». Insiste: «Propendo per l’esplosione di un ordigno o di una mina. Un meteorite che causa un simile disastro sarebbe stato visto a centinaia di chilometri di distanza».E un bolide di piccole dimensioni? «Impossibile, si sarebbe consumato nel passaggio attraverso l’atmosfera», afferma lo studioso. «Provocherebbe un simile sconquasso un meteorite di almeno duecento o trecento chili, come quello che cadde a Vago nel 1700, che però fece crollare i vetri da Vicenza a Verona». Sergio Moltomoli, sempre del Cav, aggiunge: «Escludo l’ipotesi di un meteorite, avrebbe originato un gran cratere. Un piccolo buco con un grande danno mi fa pensare allo scoppio di una bomba. Se un meteorite casca di notte, o di giorno, lo si vede in tutta Italia e in Svizzera, verrebbe segnalato all’Unione astrofili italiani (Uai)».Di fatto l’altra sera Enrico Stomeo, responsabile del Servizio meteore dell’Unione astrofili, ha chiamato Castellani affermando a sua volta di non aver ricevuto alcuna segnalazione.L’idea resta suggestiva. Si avvicina la notte di San Lorenzo e i profani possono chiedersi quale rapporto vi sia tra la caduta di una meteora e il fenomeno delle stelle cadenti: «Questo periodo dell’anno è quello delle lacrime di San Lorenzo, le Perseidi, visibili soprattutto il 13 agosto», dice Castellani. «Il fenomeno è dato dall’incontro della terra con lo sciame di detriti di una cometa, detriti che difficilmente arrivano sulla terra essendo formati da polveri e materiali inconsistenti che si consumano passando nell’atmosfera».I carabinieri continuano a ritenere che responsabile dello sconquasso sia un ordigno risalente alla guerra e mai esploso prima. Il buco rinvenuto è lungo tre metri e largo cinque ed è stato in parte riempito di detriti. Sollecitato da una saetta o trascinato dalle piogge, l’ordigno potrebbe essere stato trascinato a valle finendo contro un albero o una roccia che ne avrebbero provocato la detonazione. Perciò si vuole siano gli artificieri a fare una ricerca, anche se ormai tutto è rimandato alla settimana prossima. Serviranno una ricerca, uno scavo, rilevazioni e campionamenti. Solo così si potrà escludere o avvalorare una delle ipotesi. Tra le varie quella del geologo Marco Avanzini del museo tridentino di scienze naturali, il quale dopo un sopralluogo ha detto che probabilmente ad esplodere è stato un ponte minato dai tedeschi e ad innescare l’esplosione il campo elettrico provocato da un fulmine. Tuttavia in quel punto più che un ponte vi sarebbe stata una tubatura, che scorreva sotto piccoli volti in pietra alti meno di un metro, non un ponte vero e proprio.Se bomba fosse, potrebbe essere della prima o della seconda guerra mondiale. Il Baldo, nel primo caso, era linea di confine con l’Austria e vicino a Bocca di Navene ci sono trincee. Di lì, durante il secondo conflitto, i tedeschi si ritirarono. Nulla esclude che nella fuga abbiano minato la montagna. Da escludersi l’attentato, non c’è movente: lassù non ci sono cabine telefoniche, tralicci dell’Enel o altri obiettivi.

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