giovedì, Marzo 28, 2024
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Chincarini contro questa delega ai Comuni

Gestione dei porti. «Favore ai privati»

Giro di boa, giovedì scorso in municipio a Garda, per il trasferimento della gestione dei porti dalla Regione ai Comuni. Per la prima volta, infatti la Regione ha convocato i sindaci veronesi del Garda, per stringere i tempi sul trasferimento delle competenze per la gestione dei porti e delle aree extraportuali. A breve la giunta regionale dovrebbe emettere la delibera di delega ai Comuni, ma da quello che si è potuto capire al termine dell'incontro, piuttosto tempestoso, non sono tutte rose quelle che fioriranno. La riunione avrebbe dovuto svolgersi con l'assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, che invece ha inviato l'ingegner Carli, responsabile della direzione mobilità, e l'ingegner Destro, dirigente dei servizi di ispettorato di porto. I sindaci ufficialmente sembrano soddisfatti, ma in realtà non tutto è filato liscio. Dice comunque il sindaco di Torri e vicepresidente della , : «Si sono fissati i passaggi tecnici per il trasferimento delle mansioni e delle gestioni dei porti, che potrebbero avvenire già nel 2007. Le nostre richieste erano molto più ampie, avremmo voluto una gestione completa e autonoma in tutto, ma per questo ci vuole ancora molto, perché bisognerebbe cambiare la legge regionale. Per farlo però i tempi si allungherebbero notevolmente, pertanto per il momento ci accontentiamo di quello che ci è stato offerto».Soddisfatto anche il sindaco di Garda, Davide Bendinelli: «Abbiamo stabilito la ripartizione delle entrate tra Regione e Comuni. In gennaio stabiliremo definitivamente le deleghe con un secondo incontro con l'assessore Chisso, per parlare anche delle infrastrutture che si potranno fare».Per niente soddisfatto, invece, il sindaco di Peschiera, , e come lui molti altri, anche se non lo dichiarano ufficiamente. «Il testo di delega preparato dalla Regione», dice Chincarini, «è fatto da funzionari che applicano aspetti tecnico-amministrativi, non c'è valutazione politica dell'impatto sul territorio. Quando ho visto che all'incontro non c'era l'assessore regionale, ho lasciato il mio assessore a sostituirmi, perché è mancato l'interlocutore politico con il quale confrontarsi. È una vera delusione la proposta che ci è stata portata», accusa Chincarni, «di fatto è solo un grande favore che la Regione fa ai porti privati: così continuerà la notevole differenza tra i porti privati e quelli pubblici. Rimarrà ancora il Far West attuale, trasferire il baraccone della gestione in questo modo significa non risolvere il problema della portualità sul lago: come dovrebbero fare i Comuni a gestire i compiti che gli verrebbero assegnati — la vigilanza, dragare i porti, rimuovere le barche abusive e i rifiuti sommersi, pulizia delle acque — compiti che sino a ora erano competenza della Regione, la quale non li aveva mai svolti? Ora dovrebbero essere i Comuni a farlo?»Continua Chincarini: «I sindaci sono spaventati. Come si fa per esempio a dragare i porti se la Regione non ci dà le autorizzazioni? Come fanno i Comuni a svolgere un servizio pubblico alla domenica, quando i dipendenti comunali non lavorano? All'incontro ci hanno portato solo delle tabelle che riguardano l'aspetto economico, ma la gestione vera e propria della portualità non è stata affrontata. L'ispettorato di porto con questa delega celebra il suo funerale: cosa dovrebbe fare dopo, solo far pagare il Bambin Gesù ai Comuni? E i moli esclusivi della pubblica: a chi andranno gli introiti?» conclude Chincarini. «La Regione con questa delega mantiene i suoi poteri di controllo, con il ruolo di coordinamento e pianificazione, lasciando ai Comuni solo la metà delle entrate, con le quali le amministrazioni dovrebbero svolgere tutti questi incarichi. In realtà queste attività sono esplicate ottimamente solo nei porti privati, i quali hanno le autorizzazioni a dragare, hanno dipendenti che lavorano anche la domenica e quindi possono offrire quel servizio funzionale che è necessario al servizio turistico».

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