venerdì, Aprile 26, 2024
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Domenica appuntamento in via Castello. Cerimonia nella sua casa: con le sue poesie raccontò il lago

Gino Benedetti, una lapide per i 100 anni della nascita

Desenzano celebrerà il centenario della nascita di Gino Benedetti con una lapide, che verrà scoperta domenica prossima (25 gennaio) alle 10 sul muro della casa di via Castello dove il poeta nacque il 25 gennaio 1904. Alla cerimonia saranno presenti il sindaco Fiorenzo Pienazza, l’assessore alla cultura Maria Vittoria Papa e numerose altre personalità del mondo della cultura e dell’arte. Quella di domenica è sicuramente una sentita testimonianza di affetto che Desenzano ha inteso tributare a una delle sue figure più straordinarie, che ha lasciato un segno indelebile nella cultura gardesana e italiana. Gino Benedetti è stato infatti poeta, scrittore, giornalista, critico d’arte e promotore di cultura finissimo e sensibile, che ha lasciato in eredità centinaia di scritti e di composizioni, di saggi e di recensioni. Un lavoro continuo che ha accompagnato tutta la sua vita fino alla morte, avvenuta nel 1989. Il Comune di Desenzano gli ha già tributato un primo omaggio: la mostra «Il mondo di Gino Benedetti fra arte e poesia» nel decimo anniversario della scomparsa e ancor prima la medaglia d’oro, assegnatagli dal sindaco Giuseppe Ramella. Ora, a cent’anni dalla sua nascita, una lapide commemorativa che recita semplicemente così: «In questa via nacque Gino Benedetti, che in limpidi versi cantò Desenzano e il suo lago». Tra l’altro via Castello, la storica strada che da piazza Malvezzi si arrampica fino su a Capolaterra, ha visto la nascita di altri illustri desenzanesi, come la Patrona della città, Sant’Angela Merici, la santa della riforma come viene indicata dagli studiosi e dalla stessa chiesa. Fu la madre Erminia (rimasta vedova ben presto) ad indirizzare il piccolo Gino alla letteratura e al giornalismo. È nel 1931 che comincia la sua attività pubblicistica e quella culturale con un altro grande personaggio desenzanese, Antonio Valenti. Negli anni della guerra prosegue in questo solco allacciando una profonda amicizia con Giovanni Comisso, Cesare Pavese, Bruno Marini e Ugo Mulas. Benedetti dà inizio così alla sua feconda opera di critico e poeta e negli anni Sessanta, senza più pause, compone un’infinità di poesie, racconti e saggi critici fino a pochi mesi prima della sua morte, avvenuta il 20 settembre 1989 nella sua villetta di via Brescia.

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