Dopo tre rinvii, la variante turistica è arrivata all’esame del consiglio comunale. Il sindaco Davide Bendinelli l’ha definita «la più importante realizzazione della nostra amministrazione, una scelta coerente col programma elettorale, uno strumento necessario per riqualificare l’offerta, ampliare la stagionalità, creare occupazione». L’opposizione, però, non ha risparmiato le critiche: trentasettemila nuovi metri cubi di nuovo cemento sono stati giudicati troppi dal capogruppo del Timone, Beniamino Zermini, e dall’ex sindaco Giorgio Comencini. E così pure sono state contestate alcune concessioni ritenute eccessive, in qualche caso fino al raddoppio della volumetria attuale di alcuni alberghi. Sin qui le diverse posizioni. Nella sostanza, nella redazione della variante del piano regolatore dedicata alla «zona turistico ricettiva» sono state prese in considerazione, come ha spiegato il progettista, l’architetto Maurizio Guariento, le richieste pervenute dai singoli albergatori. Dopo l’esame dei vari casi, sono stati definiti gli interventi realizzabili, finalizzati prevalentemente a creare servizi e infrastrutture, e minimamente orientati, invece, a concedere nuovi posti letto. «È necessario riqualificare il settore turistico», ha affermato il sindaco Bendinelli,«promuovendo la realizzazione di interventi di ampliamento sulle strutture esistenti, finalizzati principalmente ad una maggiore e più qualificata dotazione di servizi, con lo scopo di incrementare e migliorare l’offerta di ricettività sul territorio comunale». L’opposizione, come s’è detto, ha contestato il peso degli ampliamenti: trentamila metri cubi per gli alberghi, settemila per l’extra-alberghiero. Edificazioni che presumibilmente verranno effettivamente realizzate, perché, come ha sottolineato Zermini, «chi si è preso la briga di rispondere alla proposta del comune, è probabile che l’intervento lo farà, e in tempi ragionevolmente brevi». Ma Bendinelli ha difeso le scelte della sua amministrazione: «Il novantacinque per cento della nuova cubatura», ha sostenuto, «è destinata alla realizzazione di servizi e non di posti letto, e questa non è speculazione. Chiediamo ai nostri albergatori di investire qualche miliardo di vecchie lire senza ottenere nuovi posti letto Vogliamo essere la Cenerentola del lago, oppure offrire ai turisti quei servizi che oggi mancano? In molti casi, i nostri sono alberghi costruiti quarant’anni fa, e quindi non più al passo con i tempi. Rischiamo di andare fuori mercato». «Che ci sia la necessità di ampliamenti per adeguare le strutture non più in grado di dare risposte efficaci al mercato turistico è pacifico», ha tuttavia ribattuto Zermini, «ma mi pare che ci siano alcune situazioni difficilmente giustificabili dal punto di vista della riqualificazione: si tratta di interventi che vanno ad amplificare la portata economica della struttura». Ma qui è stato il progettista a difendere le scelte effettuate, sostenendo che simili casi sono riferiti esclusivamente a piccole strutture, che necessitano di più importanti adeguamenti per consentirne un’effettiva sostenibilità economica.
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La variante turistica in Consiglio per decidere sulla destinazione di 37.000 metri cubi di cemento. Troppi alberghi antiquati: servono più servizi per attirare ospiti
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