mercoledì, Maggio 1, 2024
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L’esperto Herfried Schlude rivela quali errori rischiano di compromettere gli arrivi dalla Germania. I pericoli: urbanizzazione, perdita dell’identità dei luoghi e traffico

«I tedeschi? Ecco come si attirano»

Costituisce circa il 42% delle presenze totali che ogni anno approdano sul lago di Garda. Il turista tedesco è una ricchezza preziosa e fondamentale per il mercato locale, il cui successo economico è fondato su arrivi, soggiorni e pernottamenti di chi fa del lago la propria meta per le vacanze. «Una ricchezza preziosa, ma non inesauribile e sicuramente a rischio». A parlare è Herfried Schlude, tedesco e funzionario della Commissione europea di Bruxelles per il Turismo oltre che viceconsole del Touring Club Italiano per la zona dell’Alto Garda, un esperto di turismo d’oltralpe, che, sposato con una nostra connazionale, da sei anni ha stabilito la sua residenza a Gardone. «In questi anni ci si è adagiati nella convinzione che, vicinanza tra il Garda e la Germania e favorevoli condizioni economiche bastino a garantire la costante presenza dei tedeschi sulle nostre sponde – dichiara Schlude – ma non vanno sottovalutati alcuni elementi che alla lunga comprometteranno seriamente questo stato di cose». Eccessiva urbanizzazione, perdita dell’identità dei luoghi, aumento di traffico ed inquinamento, in sostanza, il perdurare dell’attuale frenesia che ha preso tanta parte delle amministrazioni dei comuni lacustri, sarebbero i principali elementi in grado di mettere seriamente a rischio il turismo proveniente dalla Germania. Secondo il viceconsole, infatti, il tedesco medio che frequenta le sponde gardesane è attratto dalla bellezza dei luoghi, dalla qualità di vita a misura d’uomo, dalla possibilità di rilassarsi e liberarsi dallo stress che lo attanaglia per tutto l’anno. «I turisti d’oltralpe – continua l’esperto – amano i piccoli borghi liberi dal traffico, gli angoli suggestivi e silenziosi, la possibilità di spostarsi a piedi da un centro all’altro, l’incanto delle piazzette lastricate in pietra». Togliergli tutto questo, come si sta facendo, significa indurlo a scegliere altri lidi e a cercare altrove ciò che desidera per le sue ferie. «Da non sottovalutare neppure l’aspetto economico – continua Schlude – ormai è più costoso muoversi con la macchina che prendere un aereo che in pochissimo tempo e a prezzi ormai accessibili per tutti permette di raggiungere località assolate, tranquille e affascinanti della Spagna, della Grecia, della Turchia». «Se un tempo i tedeschi venivano nel nostro paese in ricerca di divertimento, confusione e abbronzatura – dice ancora l’esperto – oggi l’effetto «riminizzazione» è del tutto controproducente». Questo spiega la fuga dalla costa adriatica e, guarda caso, il calo di presenze sul Garda registrato ultimamente. Ma non basta, al pericolo rappresentato dalla corsa all’urbanizzazione selvaggia ed eccessiva, si aggiunge anche il danno provocato da una mancata valorizzazione delle vere ricchezze del posto: i prodotti tipici, la storia, l’arte, la cultura di cui il Garda è ricchissimo. «Il turista tedesco è totalmente tagliato fuori da tutto ciò – spiega Schlude – nulla viene fatto per attrarre una fascia di presenze più colta e con maggiori disponibilità a spendere». Da qui il fatto che la tipologia di tedeschi che frequenta le nostre rive appartiene ad una fascia medio-bassa, con scarse possibilità economiche e incapace di apprezzare il valore delle nostre ricchezze. «Il turista di questo tipo – conclude Schlude – si ferma non più di una settimana e sarà facilmente appagato del poco che ha visto, tanto da non avere più motivi per tornarci». Puntare sulla cultura, sul patrimonio storico immenso e inesauribile delle pagine che dal Neolitico ad oggi qui sono state scritte, guidare il turista straniero alla conoscenza dei vini, della cucina, della produzione agricola locale, lasciare intatti luoghi che lo riportano a contatto con se stesso e con la natura, questo il segreto per fare del lago di Garda un luogo d’eccezione insostituibile e unico.

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