venerdì, Aprile 26, 2024
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Già ridotti i prelievi dal lago, ma la situazione non preoccupa: lontana la soglia di pre-allarme

Il Garda è un’isola felice

Solo sfiorati dall’emergenza idrica. Il lago di Garda, a dispetto di un Po in secca, dorme ancora sonni tranquilli. «La soglia di pre-allarme, fissata a 30 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera, è ancora ben lontana», afferma Pier Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda. E non di poco.Il livello del più grande lago d’Italia registrava ieri 71 centimetri sopra la colonnina di Porta Verona, a fronte dei 70 metri cubi d’acqua al secondo che fuoriescono dalla diga di Salionze per irrigare i terreni del Mantovano. «Stiamo prelevando molta meno acqua di quella che, secondo i protocolli ministeriali, ci spetterebbem, e cioè 88 metri cubi al secondo», illustra Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio che raggruppa 25 soci virgiliani.«Una scelta ponderata, frutto di anni di collaborazione e decisa nei dettagli ancora in inverno, dopo una serie di riunioni che ha visto attorno a un tavolo il Consorzio e la Comunità del Garda», puntualizza Lorenzi quasi ad allontanare il minimo dubbio d’immobilismo dei due enti.«Abbiamo in pratica elaborato un principio di proporzionalità per salvaguardare nel limiti del possibile gli interessi del settore turistico e di quello agricolo», ribatte Ceresa. «I mantovani sanno bene che il Benàco è una risorsa strategica che non va spremuta ma salvaguardata evitando inutili battaglie di carte bollate».«Se il lago di Garda è l’unico bacino, in Lombardia, che non è in sofferenza è perché deriviamo meno acqua: per la precisione il 25 per cento in meno rispetto alle tabelle ministeriali», afferma Lorenzi, criticato nei giorni scorsi da qualche socio del Consorzio del Mincio che chiedeva di aumentare il deflusso dell’acqua dal bacino gardesano. «Ovvio, i nostri terreni agricoli hanno sete, ma pensiamo sia meglio razionalizzare ora le risorse piuttosto che trovarci a secco più avanti. Se nel frattempo Giove Pluvio vorrà darci una mano tanto di guadagnato per tutti».«Non capisco tutto questo allarmismo», dichiara pacifico l’ingegnere Vittorio Cristofori, responsabile del servizio opere idrauliche della Provincia autonoma di Trento. «I livelli delle acque del Garda sono nettamente superiori allo stesso periodo dell’anno scorso quando segnava 44 centimetri, rispetto agli attuali 71, sopra lo zero idrometrico di Peschiera. Ieri come oggi, invece, il prelievo a valle, alla diga di Salionze, è di 70 metri cubi d’acqua al secondo.«Questo dimostra che da nord, e quindi dal fiume Sarca, c’è un buon gettito che termina nel lago di Garda. Dal lago di Molveno invece, che fa sempre parte del bacino del Sarca, attraverso l’impianto idroelettrico sotterraneo, l’acqua arriva al bacino di Santa Massenza e qui, attraverso una serie di vasi comunicanti (lago di Toblino e di Cavedine), la corsa termina nel Garda.«Si tratta comunque di apporti minimi che incidono a livello generale nella misura di uno o due centimetri in più, o in meno, sui livelli del lago. Pensare poi», conclude l’ingegnere Cristofori, «di aumentare i quantitativa d’uscita d’acqua dal bacino di Molveno, un lago che è turistico, solo per tenere il Garda più alto, è un’operazione teoricamente possibile ma poco razionale. Andrebbe a scapito della produzione idroelettrica, con costi decisamente superiori ai vantaggi».

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