«Il Garda e il suo entroterra non sono in vendita»: con questo slogan Legambiente è scesa in piazza a Desenzano promuovendo, insieme a molte altre associazioni anche veronesi impegnate nella zona, una manifestazione di sensibilizzazione contro la distruzione del territorio. Tra le varie iniziative concrete attivate durante la manifestazione anche una raccolta firme contro i recenti decreti e la proposta di legge che permetterebbero una dismissione di parte del patrimonio storico, artistico e paesaggistico del nostro Paese. Tra le preoccupazioni degli ambientalisti, non è mancata la sottolineatura al possibile danno economico che l’intera zona gardesana finirebbe con il subire se continuerà ad essere, in particolare, oggetto di «progetti edilizi per la costruzione di seconde, terze e quarte case». «Il lago di Garda ha vocazione agricolo-turistica. Se continuano ad edificare con questo ritmo», sottolineava uno dei cartelli preparati per l’iniziativa, «fra breve cosa resterà dei nostri vigneti e oliveti? Chi verrà a trascorrere le vacanze, imbottigliato nel traffico di paesi sempre più simili a caotiche periferie cittadine?». «Perché», si chiedevano alcuni manifestanti, «chi si arricchisce con la speculazione edilizia non ne paga anche le conseguenze come frane, allagamenti, dissesto idrogeologico; e invece il ripristino delle aree che sono state disastrate è a spese di tutta la comunità?». Il timore espresso dagli ambientalisti è che «alla politica di svendita nazionale si aggiunge una miope politica di sviluppo locale tutta incentrata sulla cementificazione, sulla costruzione di abitazione ad uso esclusivo delle vacanze, sulla costruzione di centri commerciali, sull’utilizzo sfrenato ed irrazionale del territorio e sulla deturpazione del paesaggio. Oggi, fra Camera e Senato, ci sono circa trenta proposte di legge che, sotto vari titoli, chiedono di condonare le costruzioni abusive che deturpano il nostro Paese. A livello locale si stanno revisionando molti Piani regolatori generali comunali con previsioni di costruzioni edilizie abnormi, oltre ogni limite di sostenibilità». «Il territorio non è merce da barattare: nonostante le alluvioni, le frane i crolli, il clima impazzito e le piogge torrenziali non abbiamo ancora compreso che dobbiamo assolutamente fare un passo indietro, ripensare al modello di sviluppo attuale in una nuova e complessiva sostenibilità. Ai nostri governanti», concludono gli ambientalisti, «chiediamo di non mettere in vendita l’Italia per finanziare assurde, inutili e inquinanti strutture viabilistiche; di pensare a una politica di risparmio del territorio e alla sua valorizzazione, di proporre nuovi modelli di sviluppo turistico meno invasivi e di maggiore qualità, di impostare una nuova cultura di mantenimento e conservazione del paesaggio».
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Associazioni insieme per sensibilizzare alla salvaguardia del territorio. Troppi progetti per la costruzione di case per vacanze Necessario proporre diversi modelli di sviluppo turistico
«Il lago non è in svendita»
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