sabato, Aprile 27, 2024
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C’è chi lancia le promozioni e chi se la prende con i grossisti

IL PUNTO DI VISTA DEI RISTORATORI

Lui il patto della pizza lo aveva stretto da tempo: con un gruppo di ragazzetti delle medie lì vicino. «Un giorno arriva un gruppetto di studenti e uno di loro mi dice: “ce lo fai lo sconto se veniamo a far la festa di fine anno qui?”. Dario Cozzolino, 33 anni, gestore a Garda del ristorante pizzeria bar Grand’Italia, originario di Cosenza, non ha esitato. «Dissi che avrei fatto loro pagare 6.50 per una pizza e la bibita. Vennero tutti, si passarono parola e da allora pensai che anche i turisti e chi abita qui avrebbero apprezzato l’offerta, che serve pure a me per farmi conoscere». Anche perché la pizzeria non è proprio in una posizione civetta, ma po’ nascosta in via Volta. Per combattere il carovita, la Fipe – Confcommercio ha appena lanciato la campagna che prevede pizza e birra a 7 euro, almeno un giorno alla settimana. «Io, quando ci pensai, fu soprattutto per favorire i ragazzi per cui l’offerta iniziò a pranzo», prosegue Cozzolino, «poi, visto il successo, vale ora anche per la sera, da lunedì a venerdì». E se qualcuno desiderasse dell’aglio, un po’ di cipolla, o qualche altro gusto sulla Margherita? «L’offerta vale per una pizza con pomodoro, mozzarella e un altro elemento in più, ad esempio prosciutto, i funghetti, qualche carciofino. Uno a scelta». Nel pacchetto promozione il caffè è a parte, ma a 0,50 centesimi. Cozzolino insiste: «La crisi va combattutta. Però nessuno pensa che l’euro ci ha massacrati tutti. A noi i grossisti della zona fanno prezzi assurdi. Un giorno un cliente si lamentò perché un contorno di melanzane alla griglia costava 3,50. Allora io gli ho proposto di restituirgli i soldi e che con quelli andasse a comprare dal fruttivendolo quello che gli sarebbe venuto con quella cifra. Non ha fiatato. Sono certo che non avrebbe portato via più di due zucchine, forse anche un peperone». Al contrario, la Margherita e la Marinara a 5 euro sono un po’ l’esempio della malsana trasposizione da mille lire a un euro, applicata quando scattò il passaggio alla moneta unica, nel 2001. Cinque euro suona un po’ come cinquemila lire, ma vale quasi il doppio. Eppure è questa la piega che presero i prezzi in Italia. Ovviamente il problema fu evidenziato allora e continua ad esserlo oggi. Solo che adesso sono trascorsi un po’ di anni. «In effetti se ne approfittò», ammette un ristoratore di Malcesine, «ma da allora non abbiamo più aumentato i prezzi». Si associano un po’ tutti gli operatori gardesani, da Lazise a Malcesine, dove in un bar sul porto nuovo in piazza Marconi uno di loro fa notare: «Continuano a dire che siamo cari, la gente si lamenta che un caffè al tavolo costa il doppio che al banco: il listino è esposto, non si obbliga nessuno a sedersi». Ma non è questo il punto: «Da quando c’è l’euro anche noi paghiamo di più ogni cosa, mi riferisco alle materie prime, cioè al caffè stesso, alla frutta, agli ingredienti per i gelati. In piazza Marconi il plateatico è carissimo, noi paghiamo 20mila euro l’anno». E il sindaco Giuseppe Lombardi: «Bisogna calcolare il costo al metro quadro, in questa zona 143 euro, altrove scende a 110, 53 euro; poi c’è un coefficiente moltiplicatore per l’attività esercitata di 1,30 per tutti. Certi locali occupano una superficie molto estesa in piazza, in una posizione unica e centralissima». Che questo sia un posto d’onore non c’è dubbio, con Siora Veronica ormeggiata davanti che dondola, il lago che si apre di fronte come un quadro. Ma qualcuno fa notare: «È l’unico porto del lago con motoscafi a noleggio per uso privato. Ogni mattina alle 8.30 dobbiamo sopportare il fumo e la puzza di petrolio. Eppure noi possiamo entrare in auto solo per fare carico e scarico, per non disturbare».

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