venerdì, Aprile 26, 2024
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Nelle acque di alcuni canneti protetti del basso Garda

Immessi nel lago4000 avannotti

Almeno 4 mila avannotti di luccio sono stati immessi ieri mattina nelle acque circostanti alcuni canneti protetti del basso Garda, ad opera dei volontari dell’associazione di pesca Tirlindana di Desenzano, che ha contribuito alla loro semina. Un’operazione scattata grazie al contributo dell’assessorato alla pesca della Provincia di Brescia, che ha messo a disposizione i propri incubatoi e strutture del centro ittiogenico di Punta Vò di Desenzano.L’avannotto, per chi è digiuno di pesca, è il pesce nel periodo di poco successivo alla schiusa delle uova. Come spiegano i responsabili della Tirlindana, Luciano Leali e Franco Arisi, quelli seminati nelle acque del Garda hanno un’età di circa 40 giorni e sono lunghi tra i 4 e i 6 cm. Sono stati acquistati qualche giorno fa perché c’era bisogno di seminare il luccio, splendido esemplare di predatore d’acqua dolce le cui carni sono ovviamente prelibate, tanto che sulla tavola gli chef gardesani ne servono in abbondanza, in varie ricette. Nel frattempo, però, gli incubatoi e le vasche dello stabilimento provinciale di Desenzano, il cui incaricato è Rolando Loda, stanno per sfornare altri avannotti: stavolta di trota fario e trota lacustre. Si parla di non meno di 200 mila trote fario e di 15 mila lacustri. Il loro accrescimento e rilascio sono direttamente curati dall’amministrazione provinciale attraverso le proprie guardie ittiche, alle quali ieri mattina l’assessore Alessandro Sala, trattenuto a Brescia da impegni, ha fatto pervenire un indirizzo di saluto, che ha poi esteso ai responsabili dell’associazione Tirlindana per la fattiva collaborazione. Generalmente la semina di avannotti avviene dopo che femmine e maschi adulti vengono catturati e depositati nelle vasche del centro. Qui, una volta terminata la fase di riproduzione, gli adulti vengono di nuovo liberati e le uova vengono lasciate fecondare in apposite «campane». Il modernissimo impianto di Punta Vò, sulla strada tra Desenzano e il lido di Lonato, è stato aperto nell’autunno 2003 nell’àmbito di un progetto voluto dalla Provincia per affrontare il problema della fauna ittica, di cui alcune specie rischiavano l’estinzione, compreso il luccio. Questo pesce, dicevamo, è un formidabile predatore caratterizzato dalla bocca a «becco d’anitra» dominata da robusti ed aguzzi denti.

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