venerdì, Marzo 29, 2024
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I contenuti del progetto che da gennaio porterà sulla pista del «D’Annunzio» la corrispondenza aerea da tutta Italia. Previsti investimenti per dieci milioni, quaranta le assunzioni a tempo pieno

Le poste fanno volare l’aeroporto

Un investimento di dieci milioni di euro per le attrezzature e il potenziamento delle infrastrutture dello scalo; una sessantina di addetti con mansioni e orari differenziati, equivalenti a 40 assunzioni a tempo pieno (1,5 milioni di euro l’anno); una movimentazione giornaliera di 110mila chilogrammi di posta. Sono i grandi numeri del progetto «Poste Italiane» che da gennaio trasformerà l’aeroporto «Gabriele D’Annunzio» di Montichiari, per cinque giorni la settimana, dal lunedì al venerdì, nel punto nazionale di smistamento della corrispondenza aerea. Tredici voli in arrivo e altrettanti in partenza. Orario di lavoro: dalle 23 alle due di notte. Decolli notturni quindi, e già i Comuni della zona alzano la guardia, preoccupati dai rumori causati dall’andirivieni dei velivoli. Entro un mese si conoscerà invece il nome del vettore a cui saranno affidati i collegamenti; nel frattempo l’aeroporto bresciano sta effettuando la selezione del personale. A conti fatti, grazie al servizio postale Montichiari scalerà le classifiche degli aeroporti italiani, collocandosi nel 2007 al 4° posto per movimentazione merci, dietro Milano Malpensa, Bergamo, Roma Fiumicino. Sul versante finanziario i dieci milioni di euro necessari all’adeguamento delle strutture aeroportuali vedranno un esborso di 5,1 milioni di euro del Catullo di Verona e 4,9 di competenza del D’Annunzio, società, lo ricordiamo, controllata dallo stesso Catullo con l’85 per cento e il restante 15 suddiviso tra Provincia di Brescia e Camera di commercio. Il conto economico rivela che il «Progetto Poste» porterà al D’Annunzio guidato da Ugo Gussalli Beretta ricavi per 4,3 milioni di euro e costi pari a 3,4 milioni per un utile prima degli ammortamenti e degli oneri finanziari pari 872mila euro e un utile ante-imposte di 650mila euro; il cargo frutterà ricavi per 3,1 milioni di euro a fronte di costi per 1,4 e un utile ante-imposte di 1,3 milioni di euro. In totale, il D’Annunzio nel solo comparto merci ricaverà 7,4 milioni di euro contro 4,9 milioni di costi. L’utile ante-imposte sfiorerà i due milioni di euro, con beneficio per il Catullo (azionista del D’Annunzio), che godrà di una riduzione delle perdite e un effetto consolidato pari a 816mila euro. Certo i conti del D’Annunzio chiuderanno in rosso anche il 2006, ma secondo le previsioni l’anno successivo, proprio grazie alle eccellenti performance del comparto merci, dimezzerà le perdite, a circa 2milioni di euro secondo le proiezioni. Detto dei numeri, gli amministratori del D’Annunzio rimarcano la valenza politica e d’immagine dell’operazione: un importante biglietto da visita che eleva lo scalo bresciano allo status di aeroporto di rilevanza nazionale, favorendo il completamento delle funzioni aeroportuali (Vigili del fuoco, Polaria, operatività 24ore) decisive per attirare traffico anche nel settore passeggeri.

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