venerdì, Aprile 19, 2024
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Il Comitato intercomunale dei paesi di Valle Sabbia e Garda colpiti dal sisma del 24 novembre ha incontrato Massimo Buscemi. Chiesti risarcimenti più elevati. Il commissario promette: primi rimborsi a giorni

Le prime case fanno la voce grossa

Chiedono che i danni alle prime case vengano risarciti al 100 per cento, non solo al 60 come previsto dalla Regione. E sollecitano tempi certi per i rimborsi, e che le promesse avanzate dal commissario regionale Massimo Buscemi vengano messe per iscritto. Lo scetticismo alimenta i trenta rappresentanti del Comitato terremotati intercomunale tra Garda e Valle Sabbia perchè i mille e 600 sfollati sanno che le case non si ricostruriscono con le promesse. È stato un incontro dalle due facce quello di ieri al Pirellino di via Dalmazia a Brescia tra il commissario Buscemi, il soggetto attuatore Silvio Lauro ed i rappresentanti del comitato terremotati. Buscemi rincuora i bresciani di Garda e Valle Sabbia, dice loro di stare tranquilli: ma le domande si susseguono incessantemente, scivolano nel caso personale, chiedono certezze. C’è chi chiede come fare ad avere mutui agevolati, chi ha già la casa sotto ipoteca e mutui non può ottenerne. Una signora lamenta danni alla sua prima casa per 260mila euro: «Se mi rimborsano solamente il 60% sino ed il tetto massimo è di 100mila io devo pagare 200mila euro. Altro che 60%». Buscemi assicura che entro una settimana «il presidente del Consiglio firmerà l’ordinanza omnibus con la quale dovrebbero prendere il via i rimborsi». Il tetto massimo? «Credo sia possibile innalzarlo a 130-140mila euro per i proprietari delle prime case -commenta Buscemi-. Ricordo che sono pochi gli sfollati che hanno subito danni superiori ai 100mila euro». Sono trecento su 3200 le abitazioni con danni superiori ai 100mila euro: 150 sono prime case (1800 nel complesso le prime case danneggiate) e altre 150 sono seconde case (1400 quelle danneggiate). Il comitato ha consegnato nelle mani di Buscemi un «promemoria» dove vengono riportate le 13 richieste fondamentali: oltre all’innalzamento del tetto massimo a 130mila euro per le prime case (elevabile in caso di demolizione e ricostruzione), chiedono un contributo a fondo perduto dell’80% ai proprietari di edifici adibiti ad attività produttive che rappresentino l’unica fonte di reddito familiare (non il 40% come previsto dalla Regione); e chiedono l’esenzione Iva sui costi di ricostruzione. Nel caso sia più vantaggioso l’acquisto di un nuovo appartamento piuttosto che la ristrutturazione, il comitato chiede che venga previsto un rimborso commisurato al danno subito. E poi un team di esperti che verifichi i progetti di ristrutturazione presentati, l’esenzione Ici in tutti i comuni terremotati, l’accesso facilitato ai mutui anche con garanzia governativa. «Il commissario Buscemi ce l’ha messa tutta per convincerci che si darà da fare per innalzare i tetti di rimborso per le prime case e per accorciare i tempi di erogazione dei fondi – ha commentato Daniela Manenti di Pompegnino, una dei coordinatori del comitato terremotati-. Noi non ne siamo molto convinti. Credo sarà difficile ottenere il 100% a meno che non si tolga qualcosa dalle altre voci di rimborso, come le chiese, le seconde case delle vacanze, gli edifici pubblici non prioritari che possono essere rimborsati in tempi successivi». «Ma ad oggi la cifra disponibile è ferma ancora a 82 milioni più i 3 della Provincia. La nostra è una Regione ricca e può prendersi altri impegni: si parla di altri 20 milioni in autunno e altri 50 milioni nel 2006. Vogliamo avere quello che ci spetta, non dover essere costretti in futuro a non eleggere un politico che non ha mantenuto le promesse».

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