venerdì, Aprile 19, 2024
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C’è maretta tra Amministrazione e alunni dell’istituto comprensivo. Sciopero del pasto contro le tariffe troppo onerose e le agevolazioni sospese

Mensa, i genitori sul piede di guerra

Il contenzioso tra i rappresentanti dei genitori dell’istituto comprensivo 1 (che annovera la scuola elementare Cesare Battisti, le scuole materne “Rodari”, “Grole” , “Belvedere”, la scuola media “Padre Costanzo Beschi”) e l’amministrazione comunale iniziò a Gennaio, quando il comune modificò le tariffe per la mensa scolastica degli asili nido e delle scuole elementari. A fronte di un aumento del 12,13% (che comportò un innalzamento della tariffa massima a 5 euro a pasto), dell’abbassamento della fascia Isee esente a 4091 euro e dell’abolizione dello sconto in precedenza riservato al secondo figlio, i rappresentanti dei genitori presentarono al sindaco e agli assessori una petizione accompagnata da 610 firme. Come risposta, l’amministrazione ripristinò lo sconto riservato al secondo figlio, ma lasciò intatte le restanti quote, negando ai rappresentanti l’innalzamento della fascia esente a 5134 euro, in base cioè ad un «adeguamento automatico all’inflazione». Operazione inutile secondo l’assessore all’istruzione Erminia Bongiorno Cheli, perché «in base alle certificazioni isee le riduzioni vengono automaticamente applicate alle fasce più deboli». Riguardo allo sconto del 10% sulle famiglie numerose, l’assessore precisa che «grazie ad una entrata imprevista per il comune abbiamo deciso di ripristinarlo per andare incontro alle richieste dei genitori in questa difficile congiuntura. Si tratterà ora di rivedere le fasce con il bilancio dell’anno prossimo, non potendo essere modificate durante l’anno scolastico». Nel frattempo è scattata la protesta. Giovedì scorso è stato organizzato uno “sciopero mensa”, al quale hanno aderito circa il 70% dei genitori. I bambini non hanno così mangiato in mensa, e alcuni (circa 200) hanno consumato il pranzo al parco “Pastore”. Soddisfatti i rappresentanti del comprensivo 1: «C’è stata una grande partecipazione. Questo è un segnale importante diretto all’amministrazione, alla quale chiediamo di rivedere le proprie posizioni. La mensa non è un servizio secondario, soprattutto nelle scuole materne, dove, data la presenza dell’insegnante, rappresenta comunque un momento didattico».

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