martedì, Aprile 16, 2024
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La giunta vorrebbe acquistare l'ex colonia e la delibera «popolare» è uno stimolo in più dopo dieci anni di attesa. La cessione ai privati non piace: riprende la trattativa con Dellai

Miralago, il Comune è pronto a rilanciare

La Miralago divenne proprietà della provincia di Trento nel ’93, quando Bolzano accettò di cedere la sua porzione della colonia fin’allora utilizzata per accogliervi bambini in difficoltà. Sono così quasi dieci anni che il comune di Riva insegue la speranza di incamerarla. Un percorso segnato da un pacco di ordini del giorno e delibere del consiglio comunale e di corrispondenza fra Claudio Molinari e Cesare Malossini, i sindaci che si sono succeduti a palazzo Pretorio, coi presidenti della giunta provinciale, Andreotti prima e Dellai negli anni più recenti. Il problema d’una destinazione dell’immobile si pone per la prima volta in sede di elaborazione del prg rivano quando la chiusura dei reparti ospedalieri di largo Inviolata conseguente alla costruzione del monoblocco arcense, libera per finalità socio-assistenziali il complesso inaugurato nel 1902. Sono tre padiglioni, pronto soccorso, ostetricia e pronto soccorso, più la palazzina ex dispensario, più che sufficienti per tutti i servizi assicurati ancor oggi all’ex Miralago. Sistemato il destino del vecchio ospedale trasferendovi le attività svolte alla Miralago, restava da trovare una destinazione per la colonia. La prima proposta, scaturita dall’evidente opportunità di assicurare alla fruibilità pubblica l’intera fascia fra viale Rovereto ed il lago dal centro cittadino fino al du Lac, è quella d’un ingresso della Provincia nella Lido di Riva spa, mediante il conferimento all’immobiliare del comune dell’intero complesso Miralago. L’idea, pur definita a Trento interessante e sostenuta dal consiglio comunale ancora nel ’99, non ha seguito. Il consiglio comunale, nel febbraio ’96, approva all’unanimità una mozione in cui, auspicata acquisizione e valorizzazione, ne configura un generico utilizzo a «fini turistici e culturali». Favole, nella prima stesura del prg, taglia la testa al toro: piscine e strutture sportive nel parco reso pubblico ma abbattimento senza ricostruzione degli immobili (l’assessore dell’epoca, Paola Vicini Conci, non gradisce: ed esterna per iscritto al comune le riserve del proprietario nei confronti della prospettata distruzione). Nel ’99, dettando le linee guida alla Lido di Riva spa, il consiglio ribadisce l’interesse all’acquisizione. La Corte dei conti nel 2000 segnala uno spreco di risorse, nell’utilizzo del patrimonio. L’ultimo invito di Malossini a Grisenti ed ai sindaci del C9 per una valutazione sul futuro della colonia è dell’ottobre 2002, appena avuta conferma che il nuovo prg rivisto e corretto da Flaim, ribalta la proposta Favole e prevede il mantenimento degli edifici. Pochi giorni dopo il presidente Dellai annuncia che la Miralago è in vendita. Sindaco e giunta rimangono favorevoli all’acquisizione, sulla linea dettata e confermata dal consiglio comunale, anche se sanno benissimo di non avere i soldi per pagarne, come potrebbe fare un privato, l’acquisto. E nemmeno la barca di miliardi necessari per la ristrutturazione. Ma sanno anche di avere comunque un’altra carta da giocare, quella del piano attuativo che qualunque proprietario – pubblico o privato che sia – è tenuto a sottoscrivere col comune per ogni tipo di intervento progettato sulla fascia lago. La regia sull’utilizzo del bene rimane comunque in mano pubblica. Su queste basi s’annuncia un rilancio della trattativa con Dellai.

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