venerdì, Aprile 26, 2024
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Contatti in corso tra municipalizzata e Comunità montana che ha chiesto un parere

Pale eoliche del Baldosolo con il «sì» europeo

Potrebbe essere l’Azienda generale dei servizi municipalizzati (Agsm) a fare il censimento chiesto dalla Comunità montana del Baldo per individuare la zona o le zone più «vocate» a un impianto eolico nel rispetto di paesaggio e natura. I vertici dell’azienda non si sbilanciano. Prima vogliono rispondere al presidente comunitario Cipriano Castellani che ha chiesto lo studio.Intanto però l’ingegner Marco Giusti, dirigente dei servizi tecnici, spiega: «In provincia, e nel Baldo Garda, stiamo già facendo nostre valutazioni per conoscere i siti più idonei agli aerogeneratori», fa sapere. «Ovviamente non si potranno mettere in pianura». Perché «è logico, non c’è vento. Quindi vanno posti in montagna o, meglio, sui crinali». «Un progetto è già stato avviato a Rivoli e comunicato in assemblea pubblica». E ora il censimento con la Comunità: «L’iter autorizzativo per una centrale eolica spetta alla Regione, che sente Comuni e comunità montane», spiega. «Saremmo comunque felici di condividere il nostro lavoro, l’analisi del territorio, con la Comunità montana, che si può fare promotrice».Dopo Rivoli, anche Affi (non nella Comunità del Baldo) e Brenzone hanno seguito l’idea di dare spazio a un «campo eolico». Questo Comune ha ipotizzato le contestate 3 o 5 torri vicino al Rifugio Chierego. Giusti non commenta Il suo parere, invece, segue una catena di ragionamenti, che non si sgancia dal decreto del 17 ottobre 2007 del ministero dell’Ambiente. È lo stesso citato da Castellani, anche se per ricordare che l’area individuata da Brenzone è una Zsc (Zona speciale di conservazione) e rientra in un Sic. «Nei Sic e nelle Zps l’Unione europea vieta si creino campi eolici sopra determinate dimensioni per motivi d’impatto ambientale», spiega Giusti. «Per impianti minori l’Ue chiede invece una valutazione dell’impatto ambientale e una naturalistica, che tenga conto delle specie vegetali o animali oggetto della protezione». Quel decreto è diverso, più severo.«Anche per le direttive che si occupano di tutelare habitat il nostro Paese ha con la Commissione un consistente contenzioso», ricorda Giusti. «Il ministro Pecoraro Scanio ha varato questo decreto che, tra l’altro, sospende la realizzazione di centrali eoliche nelle Zps. È però molto discusso nello stesso mondo ambientalista, che è diviso».Si è comunque a un punto di non ritorno: «Gli impianti eolici in Italia si devono fare per contribuire a evitare dispendio energetico, produrre energia pulita e ridurre le emissioni di Co2. E perché il Paese s’è impegnato nei confronti di Bruxelles a realizzare 12 mila megawatt di potenza eolica in 10 anni, 12 mila aerogeneratori che, da qualche parte, si devono fare».Sul Baldo? Si possono realizzare dove c’è vento, quindi non nella Bassa; in una zona connettibile con la rete elettrica dove arrivino strade per trasportare il materiale per il cantiere e l’impatto naturalistico sia accettabile e la popolazione faccia registrare consenso».Sulla stazione ipotizzata al Chierego (di cui non è incaricata l’Agsm), commenta: «Ci sono strade? Spesso hanno un impatto molto più sconvolgente degli aerogeneratori. O si porterà tutto con l’elicottero? Sono però certo che chi segue il progetto stia facendo l’iter di legge». Chiude assicurando che, col presidente Castellani, l’Agsm è in contatto.[FIRMA]

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