mercoledì, Luglio 2, 2025
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Coldiretti: «Serve una sanatoria fiscale»

Per ulivi e vigneti 14 milioni di danni

Oltre quattordici milioni di euro di perdite. Tremilanovecento quintali di uve di origine controllata e 5980 quintali di prodotti ordinari spazzati via da vento e grandine. Il raccolto di oltre centocinquantamila piante di olive compromesso. E’ questo, secondo il censimento della Coldiretti, il conto presentato dal maltempo a olivocoltori e viticoltori del Bresciano. Calcoli che riguardano il «danno emergente» ovvero il raccolto perso e non prendono in considerazione il lucro cessante, ovvero i guasti permanenti sulle piante. Secondo le rivelazioni della Coldiretti il settore maggiormente messo in crisi dalla grandine è quello vitivinicolo dell’area della Valtenesi e di Botticino dove complessivamente il danno è di 7 milioni e 838 mila euro. Fra i paesi più colpiti, Padenghe (2 milioni e 190 mila euro) e Puegnago (2 milioni e 124300 euro), che hanno visto azzerare la produzione di uve «do» e ordinarie. Stesso discorso per Botticino che deve fronteggiare un deficit di 441.504.000 euro. Nella zona della Franciacorta, che lamenta 3 milioni e 470563 euro di danni, i vigneti maggiormente compromessi sono concentrati a Corte Franca (oltre 888 mila euro di perdite pari al 20% del raccolto), anche se in rapporto all’area di produzione spiccano i guasti di Rodengo Saiano (80% di vigne perdute pari a 454 739 euro) e Gussago (80% della vendemmia compromessa per oltre 107 mila euro di danni). Per quanto riguarda la produzione destinata a vini a denominazione d’origine controllata le ricadute sul mercato, avvertono le associazioni dei consumatori mettendo in guardia da rincari ingiustificati, sono destinate a manifestarsi nella prossima stagione. Sul fronte degli oliveti il record di danni spetta a Puegnago a cui pochi minuti di tempesta sono costati 828 mila euro pari al 100% della produzione stagionale di olive. Ridotte a zero anche le coltivazioni di Botticino (14.400 euro di perdite), Calvagese (34.200 euro), Manerba (576 mila euro), Moniga (185.400 euro), Polpenazze (522 mila euro). Di fronte a questo bilancio, la Coldiretti, oltre a quanto previsto dalla Legge 185/92 ha proposto una piattaforma d’interventi per consentire il matenimento della liquidità aziendale nelle imprese agricole messe in crisi dalla grandine. In primo luogo si chiede la sospensione e il differimento dei termini relativi ai versamenti tributari, previdenziali ed assistenziali. «Il dovuto potrebbe essere consolidato e rateizzato in cinque-dieci anni a partire dal 2004» spiega Francesco Ferrari presidente della Coldiretti che auspica inoltre la sospensione per due anni del pagamento delle rate delle operazioni creditizie di finanziamento (comprese quelle verso Ismea) e loro postergazione a fine ammortamento. Nella piattaforma di sostegni finanziario-tributario c’è inoltre il consolidamento dei debiti a breve termine e delle esposizioni bancarie per prestiti e mutui da cinque a dieci anni con 1-2 anni di pre-ammortamento. Il costo di queste operazioni per la Pubblica amministrazione – osserva la Coldiretti di Brescia -, sarebbe solo quello degli oneri finanziari che ne derivano. Potrebbe essere pertanto sfruttata al massimo la leva finanziaria, con tempi brevissimi e quindi con la massima efficacia. «Per questi interventi – spiega Ferrari -, abbiamo proposto una azione concertata e specifica da parte degli Enti locali (Regione, Provincia e Cciaa) in modo da massimizzare le risorse disponibili ed offrire ulteriori possibilità di intervento alle imprese sotto l’aspetto gestionale e della finanza aziendale in particolare, considerato la criticità di cash-flow che sarà prodotta per almeno i prossimi 2 anni».

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