sabato, Aprile 20, 2024
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Parla l’architetto Gian Carlo Bertoli, consulente urbanistico del comune, che ha in serbo molti progetti «Si va verso una saturazione, forti pressioni per nuove zone edificabili»

Prg, «la cittadina ha sete di aree»

Piani di lottizzazione nel cassetto, la minaccia di una nuova colata di cemento, forti pressioni sull’amministrazione comunale per poter costruire. Argomenti che tengono banco nella “capitale” del Garda da tempo. E un piano regolatore prossimo ad essere presentato alla popolazione. A Desenzano, dunque, si avvicina la stagione forse più importante per il suo futuro e per quel che resta del suo territorio. Non sono mancate da parte della giunta Pienazza critiche a quella passata per alcune varianti che sarebbero state concesse «con troppa disinvoltura». Affrontiamo il tema ambientale e paesistico con l’architetto Gian Carlo Bertoli, milanese, già funzionario della Regione Lombardia, uno dei due esperti paesistico-ambientali del Comune. Gli domandiamo subito qual è la situazione, sotto questo profilo, della città gardesana. «La risposta deve essere articolata su due filoni: il primo è la gestione ordinaria dei progetti edilizi e la valutazione preventiva dei piani attuativi, il secondo è rappresentato da ciò che esiste sul territorio e ciò che si può ancora fare, nonché dalle incognite del piano regolatore in gestazione. La qualità dei progetti comunque che esamino insieme al collega Serino per poi riferirne alla Commissione Edilizia, è mediamente buona sia perché non mancano eccellenti progettisti, sia perché la domanda di appartamenti, soprattutto nelle zone ambientalmente più pregiate, è disposta a pagare cifre elevate ma esige qualcosa di bello esteticamente per la qualità della vita. Purtroppo, ci sono le note dolenti – continua Bertoli – dovute ad una legge regionale che ha permesso di modificare le coperture per rendere abitabili i sottotetti. Interventi di questo genere sconvolgono spesso il consolidato equilibrio tra edifici, originano costruzioni di dimensione eccessiva per il lotto su cui insistono e sono fonte di contenzioso tra vicini. In questi casi si cerca di contenere l’impatto del piano aggiunto, con creazione di terrazzi perimetrali, finalizzati all’arretramento e, quindi, alla minore visibilità del nuovo elemento verticale». Ci sono progetti interessanti in arrivo? «I primi che mi vengono in mente sono il valido progetto di recupero e valorizzazione del complesso di architettura vernacolare Bagoda, la sistemazione dell’arredo a verde attorno al centro commerciale “Le Vele” che, come richiesto dal Comune, doterà gli spazi di gradevole sosta anche l’àmbito sottostante il viadotto ferroviario. Poi l’intervento sull’Hotel Mayer in pieno centro che recupererà spazi interni senza modificare l’aspetto esteriore». Parliamo ora degli interventi di enti pubblici: cosa bolle in pentola? «L’arredo a verde delle nuove rotatorie, da parte del Comune, poi la passeggiata a lago in fase di attuazione, il recupero di Villa Brunati e parco attiguo. Positiva anche la soluzione architettonica data alla nuova piazza di San Martino deella Battaglia. Ho invece forti perplessità – rileva l’esperto ambientalista – sull’inserimento ambientale dell’incubatoio ittico alla Punta del Vò e sull’ampliamento scolastico di via Sirmione. E’ sbagliato chiudere un occhio, o anche due, quando si tratta di edifici pubblici, al contrario questi interventi dovrebbero essere il buon esempio qualitativo. Anche il nuovo edificio scolastico provinciale di via Michelangelo, oltre che collocato in un àmbito non idoneo, che peraltro doveva essere mantenuto nella sua destinazione di verde pubblico inedificabile, è una struttura esagerata, per la quale dovrebbero essere pensati interventi di mimetizzazione». Qual è il futuro di Desenzano? «Non posso parlare di scelte del futuro prg, ma non si può non prendere atto della grande forza attrattiva di Desenzano che divora entro breve tempo ogni possibilità edificatoria. Secondo me, entro la fine del 2005, verranno realizzate tutte le possibilità edificatorie, sia residenziali che produttive introdotte dalla passata amministrazione Anelli nella primavera 2002. Tutto ciò – afferma Bertoli – porterà ad una notevole modifica della fisionomia della città, in particolare nella zona periferica di Rivoltella e nella zona del Desenzanino verso il Monte Corno. Fin d’ora l’amministrazione è sottoposta a forti pressioni per nuove aree edificabili e cerca di legare questo “sacrificio” alla contemporanea acquisizione gratuita di aree pregiate da destinare a servizi pubblici». Ultimissima domanda: cosa ne pensa della discussa altezza degli alberghi? «Il problema va affrontato e risolto tenendo presente le caratteristiche della zona. Se nelle zone interne, come l’hotel “Nazionale”, non vi sono preclusioni ambientali al raggiungimento del quarto piano, sul fronte lago sarebbe invece opportuno che gli edifici non superassero i tre piani. Certo esiste il precedente dell’hotel “Francoli” di Rivoltella, in fase di realizzazione, dove sembra – conclude Bertoli – che i piani siano cinque, però per i due nuovi alberghi recentemente approvati nel tratto tra Rivoltella e Sirmione, si è persa una possibilità che poteva essere ottenuta».

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