venerdì, Aprile 19, 2024
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Inaugurazione dei restaurial Frassino, che hanno richiesto circa due anni e somme ingenti. Interventi in vista del 500° anniversario dell’apparizione,

Risorge l’arte del Santuario

Gli affreschi della facciata d’ingresso e dei chiostri del Santuario del Frassino di Peschiera sono tornati a splendere ritrovando i colori e le atmosfere con cui li aveva dipinti nel 1600 Domenico Muttoni.Quasi due anni di lavoro, oltre a somme ingenti, sono serviti agli specialisti della «Frasi restauri» per portare a termine l’intervento, coordinato e diretto dalla Soprintendenza ai beni ambientali e paesaggistici. E ieri pomeriggio, alle 16, il padre guardiano Pio Prandina ha tagliato il nastro inaugurando l’importante opera i cui costi sono stati sostenuti parte dalla stessa Soprintendenza e parte dalle offerte raccolte dalla comunità dei Frati Minori custode del luogo dal 1514. Un’inaugurazione cui hanno preso parte l’architetto Anna Federica Grazi, responsabile di zona della Soprintendenza, il sindaco di Peschiera. Umberto Chincarini e quello di Lazise Renzo, Franceschini, oltre a numerose autorità civili e militari.«Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo recupero: responsabili e tecnici della Soprintendenza, i restauratori, gli architetti Giacomo De Luca e Stefano Fraccaroli che hanno seguito i lavori, i miei superiori per i permessi concessi, il sindaco e l’amministrazione comunale di Peschiera e le tante persone che con le loro offerte ci permetteranno di coprire la spesa residua, non inclusa nel contributo della Soprintendenza», ha detto fra Pio Prandina, il quale poi si è soffermato sul significato architettonico e religioso del chiostro conventuale.«Si tratta di un microcosmo biblico. La forma quadrata richiamano i quattro fiumi del paradiso terrestre, dunque la condizione prima del peccato umano; ma anche i quattro Vangeli, ovvero la redenzione e i quattro punti cardinali che sono l’universo. Il pozzo al centro del chiostro simboleggia invece l’uomo: dunque, questo microcosmo di storia e di salvezza è un luogo che invita l’uomo a riprendere il suo posto nel giardino della nuova creazione e a pensare di vivere la sua vita con il cuore».Dopo il padre guardiano è intervenuta l’architetto Grazi, la quale ha sottolineato il valore tecnico dell’intervento eseguito «secondo i canoni esatti del restauro. Ovvero un lavoro che non aggiunge né toglie ma rispetta il più possibile ciò che c’era in origine». «In effetti», ha precisato Francesca Ambrosi, della Frasi restauri, «si è proceduto con questo criterio. Tant’è che, quando si sono incontrate delle cosiddette “lacune”, cioè zone in cui non c’era più traccia del disegno sottostante, queste sono state per così dire lasciate com’erano. È stato applicato soltanto un intonaco peraltro, anch’esso, preparato secondo i criteri dell’epoca».Nessuna scelta casuale, dunque, per il restauro del ciclo di affreschi che nei due chiostri richiamano la vita di San Francesco e di Sant’Antonio da Padova; mentre quelli all’ingresso della chiesa riprendono scene e scritte che sono un richiamo al significato e ai valori autentici della vita. Ultimo a parlare, il sindaco di Peschiera, Umberto Chincarini, il quale si è detto felice del risultato ottenuto e ha sottolineato lo «spirito di collaborazione che in questi anni ha contraddistinto il rapporto dell’amministrazione comunale con i frati del Frassino». Chincarini ha quindi ricordato le richieste già presentate alla Società autostrade per migliorare la viabilità pedonale e ciclabile che porta al santuario; e ha ricordato ai presenti il grande appuntamento che attende il convento nel 2010, anniversario che celebra i 500 anni dall’apparizione. Momento storico e religioso cui il sindaco ha invitato «tutti a contribuire».

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