venerdì, Aprile 19, 2024
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Ieri la festa e i rimandi all’unione delle popolazioni rivierasche attorno ai valori della chiesa I tre vescovi del lago hanno celebrato i 500 anni del tempio

Salò, un Duomo per il Garda

Ieri Salò ha festeggiato i 500 anni trascorsi dalla consacrazione del Duomo intitolato Santa Maria Annunciata, ma la festa, in realtà, è stata di tutto il Garda. Il tempio, iniziato nel 1453 e consacrato nel 1502, realizzato in stile gotico-rinascimentale e ricco di capolavori ignei e pittorici, è considerato uno dei più belli del Bresciano. Venne ideato per essere il simbolo del prestigio della Salò rinascimentale, che sotto il dominio di Venezia era capitale della Magnifica Patria: con l’edificazione dell’edificio, la cittadina aspirava a rivestire un ruolo importante anche in campo religioso. Dicevamo della festa di dimensione «comprensoriale». Per celebrare la ricorrenza, sono arrivati a Salò i vescovi delle tre diocesi che si affacciano sul Benaco, ovvero Giulio Sanguineti per Brescia, Luigi Bressan per Trento e Flavio Roberto Carraro per Verona. Ma c’erano anche i presidenti delle tre province. Alle 10.30, in piazza Vittoria, il sindaco Giampiero Cipani ha accolto le autorità religiose e civili esaltando proprio l’«incontro e l’unione» di popoli bagnati dalle stesse acque. «Il nostro Duomo – ha poi aggiunto – è una immagine nella quale ognuno si può rispecchiare, scoprendo un senso di appartenenza a una realtà che non solo è geografica ma anche storica, culturale e religiosa». Alle 11.30 il corteo accompagnato dalla banda cittadina ha raggiunto il tempio per la celebrazione della messa. E durante l’omelia, monsignor Sanguineti, ha parlato della fede e dell’impegno della comunità. «Santa Maria Annunciata – ha sottolineato – è un segno per la città in quanto importante opera architettonica, e simbolo della presenza di Cristo. Tuttavia non deve essere considerata l’opera umana in sé: si deve pensare ai soggetti per i quali è stata edificata. Sono infatti gli uomini che devono diventare un vero tempio e un vero luogo». Infine, ispirandosi alla Madonna di Zenon Veronese, un quadro ben conosciuto dalla comunità parrocchiale di Salò e non solo, Sanguineti ha invitato ad affidarsi a Maria per raggiungere una comunità di fede e speranza. Monsignor Luigi Bressan ha invece richiamato l’amicizia delle tre diocesi che si affacciano sullo stesso lago, basata su relazioni e scambi reciproci. Mentre monsignor Flavio Roberto Carraro, rifacendosi a sua volta alla Madonna, ha parlato della maternità come testimonianza di fede, di «disponibilità e amore verso tutti, soprattutto verso i più disagiati». Infine l’intervento del presidente della Provincia, Alberto Cavalli, che ha voluto sottolineare il pregio dell’edificio e l’importanza rivestita da Salò nei secoli. «Il Duomo di Santa Maria Annunciata – ha affermato – dice tanto di Brescia e della sua arte, ma anche del lungo intreccio con la chiesa bresciana, che Salò ha contribuito a fortificare». La giornata celebrativa si è poi conclusa con un concerto del Piccolo Coro Santa Maria Ausiliatrice di Milano e Rovereto, che si è esibito alle 15, e con lo show del Coro ed Esemble musicale della città di Desio, che è invece salito sul palco alle 21.

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