Cerimonia di inaugurazione ieri all’aeroporto Catullo di Verona del nuovo terminal arrivi, con un dibattito sul tema «Aeroporto e turismo. Le ali dello sviluppo». Sulle sette poltrone hanno preso posto Luca Zaia, vicepresidente della Regione Veneto e assessore regionale al turismo, Elio Mosele presidente della Provincia di Verona, Tiziano Mellarini assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, Giuseppe Boscoscuro presidente di Astoi, Giovanni Aspes consigliere della Fondazione Arena, Fulvio Cavalleri, presidente del Catullo, che è anche vice-presidente del D’Annunzio di Montichiari e Valerio Prignachi, assessore ai trasporti della Provincia di Brescia. «Fare sistema» è stata la parola d’ordine pronunciata da tutti. Frase un po’ scontata che di certo non ha convinto finora quei bresciani che protestano una parte dei bresciani che i bresciani ella gestione dell’aeroporto di Montichiari, di cui i veronesi detengono l’85 per cento. Proprio l’altro ieri, lunedì, i dipendenti dello scalo bresciano hanno scioperato contro la difficile situazione in cui opera lo scalo e l’incertezza delle prospettive. E sempre lunedì Apindustria, l’associazione delle piccole imprese ha parlato senza remore di fallimento del progetto industriale, chiedendo ai soci bresciani di uscire dalla D’Annunzio. Così nelle parole di Fulvio Cavalleri, presidente del Catullo e vice-presidente di Montichiari, si è letta una indiretta risposta alla preoccupazioni bresciane: «L’espansione voluta dalla società di gestione del Catullo è sempre stata operativa accanto alla Gabriele D’Annunzio spa di Brescia-Montichiari e con essa costituisce il Sistema aeroportuale del Garda in grado ora di accogliere più di 4 milioni di passeggeri l’anno, con un notevole passo avanti rispetto agli attuali 2 milioni e 700 mila». E sulla situazione di difficoltà Cavalleri ribatte: «È stato per il D’Annunzio l’anno migliore, con il record di passeggeri e una riduzione della perdita di esercizio». E una promessa: «Tra sei mesi il D’Annunzio avrà imboccato la strada giusta per la definitiva affermazione» Sulla stessa linea l’assessore Prignachi che, a proposito delle 4 ore di sciopero di lunedi e della proposta del presidente Api di ritirare le quote (15% di Provincia e Camera di Commercio) dalla D’Annunzio spa commenta che «la strada da seguire è questa, della stretta collaborazione tra le tre regioni e province che sono interessate all’area gardesana. Sono legittime le preoccupazioni dei lavoratori – continua Prignachi – ma è necessario avere pazienza e guardare al futuro di un’area bresciana, quella della Fascia d’Oro, dove la Tav, la ferrovia del Corridoio 5 Lisbona-Kiev, si intreccerà con l’aeroporto bresciano e con la rete autostradale creando un polo intermodale di straordinaria importanza per il sud Europa». Presente all’inaugurazione anche Sergio Grazioli, assessore all’agricoltura della Provincia di Brescia, che ha giudicato l’evento «una vetrina di eccellenza per un comparto di grande rilievo quale è il territorio bresciano, roccaforte dell’agricoltura italiana, terra di primati numerici e di eccellenze qualitative». Di aeroporto si tornerà a parlare il 24 maggio in Regione per una conferenza di servizi sui progetti dello scalo e il 29 maggio in sede di consiglio provinciale a Brescia. Intanto ieri, per la cronaca, un gigantesco Antonov 124 di fabbricazione russa è atterrato per caricare 100 tonnellate di macchinari da consegnare in Dubai.
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Le polemiche sul D’Annunzio all’inaugurazione del terminal di Verona.
E Prignachi: «La collaborazione è l’unica strada possibile»
«Tempo sei mesi per il rilancio»
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