giovedì, Aprile 25, 2024
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La rocca viscontea ospita una ricca rassegna di uccelli impagliati. Una mostra unica: 350 esemplari, dal gipeto allo storno

Un vero tesoro di ornitologia

Aperto nel 1996 e ampliato nel 2000, il Museo ornitologico di Lonato ospita la collezione di uccelli impagliati «Gustavo Carlotto», un celebre studioso del settore nato a Lonigo, in provincia di Vicenza alla fine del XIX secolo. In origine, questa straordinaria raccolta comprendeva circa 1800 esemplari e rappresentava quasi tutta l’avifauna italiana. Riuniti nei primi anni del ’900, tutti gli esemplari, ancor oggi ben conservati nonostante siano passate molte decine di anni, sono opera di un tassidermista italiano molto noto, Marco Gianese che li impagliò uno a uno. Dal 1948 al 1989, questa bellissima collezione trovò ospitalità nell’Abbazia di Maguzzano; successivamente è stata spostata nella casa del castellano della Rocca di Lonato dove si trova tuttora. Gli esemplari esposti sono 350, collocati in quattro stanze e ospitati in dodici grandi vetrine, raggruppati secondo l’ambiente di appartenenza. Gli ambienti sono il boschivo, il montano, il rurale, l’urbano, il lacustre, il marino. Ogni esemplare è accompagnato da una scheda informativa che riporta tutte le principali caratteristiche della specie. Tutto ciò a beneficio degli appassionati dell’avifauna ma, soprattutto, delle scolaresche che hanno l’opportunità di osservare esemplari rari e molti, purtroppo, scomparsi. Nel Museo Ornitologico di Lonato sono diverse le specie estinte e rare ospitate nelle vetrine. Fra quelle estinte o rarissime, vanno ricordati il gipeto, l’aquila di mare, il falco pescatore, il francolino, la monachella nera, la quaglia tridattila, l’albanella reale. Fra le rarità, si notano l’aquila minore, l’otarda, l’ortolano grigio, il fanello nordico, lo storno roseo, l’allodola golagialla e così via. Esiste, inoltre, una vetrina dove si trovano i casi particolari derivanti da incroci isoliti come, ad esempio, l’ibrido di germano reale e codone e altri esemplari che presentano anomalie come il merlo bianco e altri ancora che portano delle malformazioni. Questo straordinario museo è visitabile dalle scolaresche e da gruppi precostituiti che però, devono prenotare la visita telefonando alla Fondazione da Como (030/9130060) o all’Ufficio cultura del Comune (030/9132245). La 44esima fiera, che inizia oggi, può rappresentare l’occasione giusta per far tappa sulla Rocca.

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