Studio araldico dello stemma di Peschiera — La stella e le anguille

Di Luca Delpozzo

Vera­mente bel­lo e curioso lo stem­ma del Comune di Peschiera del Gar­da, in provin­cia di Verona. Curioso per­ché, come qua­si tut­ti gli stem­mi dei nos­tri comu­ni, cit­tà e province, ha una sua valen­za a volte stor­i­ca e a volte con­tin­gente di un fat­to appar­ente­mente anche banale. Le due anguille d’argento, affrontate e sep­a­rate da una stel­la d’oro a cinque punte, che fan­no bel­la mostra di se nel­lo stem­ma comu­nale, il tut­to su fon­do rosso, tro­va la sua orig­ine dal fat­to che a Peschiera l’acqua del lago di Gar­da, o Bena­co, fuor­us­cen­do entra nel fiume Min­cio, in un peri­o­do ben pre­ciso dell’anno – in autun­no – quan­do migli­a­ia e migli­a­ia di anguille con­veni­vano in questo luo­go.   A rac­con­tar­ci la sto­ria, di duemi­la anni fa, è niente meno che Plinio il Vec­chio, Gaio Plinio Sec­on­do (Como, 23 – Stabia, dopo l’8 set­tem­bre 79), cro­nista e scrit­tore di quel peri­o­do stori­co. Fu chiam­a­to con il sopran­nome di “Il Vec­chio” per dis­tinguer­lo dal nipote Gaio Plinio Cecilio. Cos­tui fu prob­a­bil­mente il più grande eru­di­to dell’età impe­ri­ale. Era, infat­ti, stori­co, scien­zi­a­to e gram­mati­co. Plinio il Vec­chio descrisse questo fat­to all’interno di “Nat­u­ralis his­to­ria – Liber IX Aquatil­i­um nat­u­rae, para­grafo 38”, con queste parole: “Anguil­lae octo­nis vivunt annis. Durant et sine aqua, et senis diebus aquilone spi­rante, aus­tro pau­cioribus , eadem in exigua aqua non tol­er­ant neque in tur­bi­da. Ideo cir­ca vergilias maxime capi­un­tur flu­minibus tum prae­cipue tur­bidis. Pas­cun­tur noctibus exanimes pis­ci­um solae non flui­tant. Lacus est Ital­i­ae Bena­cus in Vero­nen­si agro Min­ci­um amnem tramit­tens, ad cuius emer­sus ann­uo tem­pore, Octo­bri fere mense, autum­nali sidere, ut palam est, hiema­to lacu, fluctibus glom­er­atae volvun­tur in tan­tum mirabili mul­ti­tu­dine, ut in excip­ulis eius flu­min­is ob hoc ipsum fab­ri­catis sin­gu­lo­rum mil­i­um repe­ri­antur glo­bi”. Amo pen­sare che Plinio avesse scrit­to questo “pez­zo” nel 60 d.C. nel mese di otto­bre, intorno al giorno 20, per­ché in quel peri­o­do il piane­ta Venere, al mat­ti­no (quan­do appare ancor ora nel cielo not­turno a est è denom­i­na­ta “Mat­tuti­no”, men­tre se com­pare alla sera a ovest è chia­ma­ta “Vespro”), era accom­pa­g­na­to dai pianeti Giove, Mer­cu­rio e Sat­urno. In quel peri­o­do di davano con­veg­no in questo luo­go del Bena­co le anguille. Ecco il per­ché del­la pre­sen­za del­la stel­la nel­lo stem­ma. Ricor­dan­do comunque che Venere non è una stel­la ma un piane­ta. Lo stem­ma, così come lo vedi­amo ora, man­ca di un ele­men­to ester­no impor­tante: i due rami, di Quer­cia e di Alloro, frut­tati, in decusse (cioè a for­ma di Sant’Andrea), legati da un nas­tro tri­col­ore (bian­co, rosso e verde). L’anguilla appare in molti stem­mi ital­iani. Il più famoso di essi è quel­lo del­la famiglia Orsi­ni. Non a caso, l’anguilla appare anche nel­lo stem­ma di Papa Nic­colò III Orsi­ni. Spero di poter­vi rac­con­tare la sto­ria di questo stem­ma, prossi­ma­mente, con una pic­co­la pub­bli­cazione da dis­tribuire in tutte le famiglie di Peschiera del Gar­da. Sco­prire­mo così insieme quan­do lo stem­ma apparve per la pri­ma vol­ta nei doc­u­men­ti del comune garde­sano e, soprat­tut­to, se è sta­to uffi­cial­mente riconosci­u­to dal Gov­er­no ital­iano.

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