martedì, Luglio 1, 2025
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Piero Angela ospite a Castiglione. Il nostro futuro? «E’ nell’intelligenza»

«Sì, la tecnologia cambia la società»

Il SuperCinema di Castiglione era gremito di giovani per l’incontro con Piero Angela. Erano presenti studenti di diversi Istituti medi superiori di Castiglione, Montichiari, Lonato e Desenzano, accompagnati dai docenti. L’iniziativa rientrava nell’ambito di Mosaico Scienze, la manifestazione culturale organizzata dai comuni delle colline moreniche, attraverso una miriade di eventi. Il giornalista era accompagnato da Nicoletta Salvatori, direttrice del mensile «Quark», che ha aperto la conversazione presentando gli intenti della nuova rivista, di cui Angela, insieme a Silvio Garattini, a Margherita Hack e ad altri studiosi, compone il comitato scientifico. «Quark» mantiene lo spirito divulgativo della trasmissione televisiva, per far capire ciò che sta accadendo vicino e lontano ogni giorno. «Comprendere argomenti come la mucca pazza o la clonazione – ha detto la Salvatori – significa essere cittadini attivi, esercitare la democrazia e sapere come agire». L’obiettivo è spingere i lettori a chiedersi il perché delle cose, a capire come funzionano, a essere vigili su quanto accade e a saper reagire con cognizione di causa. «Da mercoledì 3 ottobre – ha preannunciato – la rivista bandisce un concorso rivolto ai giovani studenti, intitolato “Giornalisti scientifici si diventa”, che invita gli alunni a scrivere articoli di giornale con taglio scientifico e ad inviarli alla redazione di “Quark” per essere selezionati». I tre migliori pezzi giornalistici saranno pubblicati sulla rivista e gli altri ospitati su un sito Internet. In seguito ha preso la parola Piero Angela, che ha condotto una efficace dimostrazione della importanza della tecnologia nelle società umane. Con molti esempi ha spiegato come nel tempo la tecnologia ha cambiato le sorti dell’umanità e come ancora oggi «la mancanza di tecnologia crei destini diversi». Basta pensare ai paesi che mancano di sviluppo tecnologico, condannati ad una vita povera. «La tecnologia – ha detto – ha anche cambiato i costumi della società». Per esemplificare ha ricordato che anni fa in un suo libro dette a un capitolo il titolo provocatorio «Liberazione femminile: un sottoprodotto del petrolio», per significare che, senza la tecnologia che ha permesso con il petrolio il forte sviluppo dell’industria, le donne non sarebbero entrate nel mondo del lavoro e non si sarebbero create le condizioni per ottenere l’emancipazione. Altro tema è stato quello delle incognite sul futuro delle società mature dal punto di vista demografico, come quella italiana, e delle sfide da raccogliere per mantenere il benessere. Incognite e sfide che toccheranno ai giovani di oggi. Riferendosi all’Italia, ha sottolineato come «poche percentuali di adulti debbano reggere il sostentamento dei più giovani, che si vanno riducendo, e degli anziani, che aumentano, e come la situazione diventerà sempre più intollerabile nel futuro. Per evitare che il sistema Italia collassi, occorrerà trovare una soluzione: ad esempio che gli anziani rientrino nel mondo produttivo o che svolgano, compatibilmente con la loro forza, compiti socialmente utili». «Si sopravviverà bene nel futuro – ha sottolineato inoltre – se si darà più importanza all’intelligenza, alla professionalità, alla ricerca, alla capacità di collaborare, alle abilità, al senso di responsabilità. Dovranno essere condivisi i valori della competenza, dell’onestà e della lealtà. Occorre, cioè, creare un collante che conduca a riconoscersi in un sentire comune, un qualcosa che renda uniti e dia un senso di identità. In Italia bisogna ancora lavorare molto per credere in questi valori unificanti. Purtroppo più che il merito sono ancora premiati il clientelismo e le conoscenze. Occorrerà superare questo modo di ragionare, se si vorrà evitare la fuga dei cervelli e creare strutture scientifiche efficienti». Angela ha infine indicato un possibile modo per superare ciò: la separazione tra Stato e Governo, come da tempo avviene nei paesi scandinavi, con la separazione dell’amministrazione dal potere politico.

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