Venerdì sera a Bolzano Gustav Kuhn ha tenuto a battesimo la “sua” nuova Haydn. Ieri pomeriggio all’una esatta ha indossato la cerata, ha volto lo sguardo verso un Garda freddo e ventoso, ha salutato tutti e al timone del suo Soling è andato a gustarsi un altro concerto. Quello che il lago, l’Ora e il sole di un piccolo anticipo di primavera del Garda trentino gli hanno generosamente offerto. Il maestro è arrivato alla Fraglia della Vela di Riva con generoso ritardo, tre ore esatte, ma a quest’uomo si perdona tutto. Perché? Perché capisci subito che possiede una carica umana dallo spessore innato, e allora il piacere che provi solo a stringergli la mano ti fa dimenticare volentieri l’attesa.Maestro, ironia, allegria e sport per vivere bene? «Tutto è necessario per fare il mio lavoro e per capire bene come va presa la vita, con allegria sicuramente. Il mondo di per sé è già tragico no? Guardiamoci attorno, tutti i giorni accade qualcosa di brutto, ma per questo non dobbiamo sempre piangere, non crede? I disastri, i bambini che chiedono cibo, si va da un estremo all’altro e spesso mi chiedo perché l’uomo non capisca l’assurdità di tutto ciò, ma non per questo dobbiamo andare in depressione. Ringraziamo Dio, invece, per tutto quello di bello che ci concede».Quando nasce questa passione per la vela?«Ah, inizia a quattordici anni, quando con un Flying Dutchman ho regatato per la prima volta qui sul Garda. Da allora n’è passato di tempo, era il 1959. A 15 ho vinto il campionato austriaco, a 16 il titolo di campione europeo con il Korsar, ma è una passione che spesso contrastava con il mio lavoro».Lei ha regatato con i grandi nomi della vela, però.«Schumann, Cian, Chieffi, Celon, Torboli, tutta gente che conosco e con i quali sono uscito in barca sempre volentieri. Una volta Schumann (tre ori ed un argento alle Olimpiadi, tattico di Alinghi, ndr) ebbe a dire: meglio che Gustav si dedichi alla musica, così avrò un avversario in meno da battere…».Maestro, ha altri ricordi legati alla vela?«La squadra olimpica di Soling, i campionati del mondo nel’98 negli Stati Uniti dopo i quali ho dato l’addio definitivo all’agonismo, gli allenamenti con Cian a Napoli, tante cose». Lo sguardo rivolto al lago ci fa capire che è ora lasciare all’uomo Kuhn la sua giusta libertà. Grazie Maestro, buon vento!
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Il direttore dell'orchestra Haydn è stato anche campione di vela
Il maestro Kuhn in barca sul Garda
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