Cartelli sparsi ovunque in giro per la città. Una moltitudine di segnali in doppia lingua a spiegare scrupolosamente sia cosa sta succedendo (la realizzazione di una nuova galleria sulla strada per Limone), sia quello che non si può tassativamente fare (percorrere con ogni mezzo e a piedi la Gardesana Occidentale). Una serie di divieti, informazioni ed avvisi alquanto specifici e piuttosto esaurienti che, a rigor di logica, non dovrebbero dare adito ad alcuna errata interpretazione: lì non si passa, punto e basta. E invece no, nulla di tutto questo è sufficiente a placare l’ostinatezza del turista in vacanza fermamente intenzionato ad andare là, dove non si può.E andare là, per i bikers di mezzo mondo ma pure per i ciclisti della domenica, significa andare sulla suggestiva Ponale, la vecchia strada dismessa che da Riva conduce in Val di Ledro. Un vero paradiso per gli appassionati della bicicletta, molti dei quali vengono sul Garda appositamente per poterla percorrere. Orde di persone che si spingono fino alla sommità della celebre stradina con il chiaro intento, e desiderio, d’imboccarla. Ma che sono costrette, inesorabilmente, a fare marcia indietro e tornare così sui propri passi. A difesa del cantiere in cui si sta cercando, a tempo di record, di costruire una galleria nelle viscere della Rocchetta si è reso, infatti, necessario porre addirittura una guardia giurata armata con tanto di pistola. E questo solamente per scongiurare le decine di turisti, soprattutto bikers germanici, dal loro intento d’oltrepassare a tutti i costi la recinzione del cantiere per potersi dirigere poi sulla Ponale. «Non ho mai visto una cosa simile – ci racconta Giovanni Zaccaria, agente della Fidelitas trentina che si occupa della sorveglianza del cantiere – vengono a flotte, ogni giorno, e tutti vogliono assolutamente passare, anche dopo aver letto i cartelli di divieto, anche dopo che gli viene spiegato che è pericoloso e che non si può, anche dopo aver visto di persona i camion e le ruspe che lavorano. L’altro giorno ho bloccato un paio di tedeschi; giusto il tempo di voltarmi un momento che li ho visti correre dentro. Ho dovuto farli inseguire dal capocantiere. Altri hanno tentato persino d’aggirare l’ostacolo arrampicandosi su per il muro che costeggia la strada mentre l’altro giorno per poco non venivo alle mani con un turista italiano estremamente cocciuto; se non ci fosse stata sua moglie chissà come andava a finire. Pretendono di passare e molti sono anche maleducati. Posso capire uno straniero in difficoltà, ma un italiano proprio no».
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La dura lotta quotidiana del vigilantes di guardia al cancello sulla Gardesana
Alt, pericolo! Ma i bikers se ne infischiano
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