giovedì, Agosto 21, 2025
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Castiglione, l'azione rivendicata con un volantino da un sedicente nucleo operativo

Annerita la statuetta del presepe di Gesù Bambino

La statuetta di Gesù Bambino del presepe del quartiere San Pietro è stata sequestrata negli scorsi giorni e subito rimessa al suo posto, dopo essere stata però tinteggiata di nero. L’azione, svoltasi immediatamente prima di Natale, è stata rivendicata da un sedicente nucleo operativo Osservatore profano, che ha spiegato il proprio gesto con un volantino. Il testo cita anche la lettera agli Efesini e un passo del documento del Papa per il Giubileo dei migranti di grande apertura verso gli stranieri. Si dice quindi che il Gesù nero è «politicamente corretto», e che le gerarchie ecclesiastiche devono «rimarcare una posizione nettamente contraria alle nuove sorgenti forme di xenofobia», peraltro «in coerenza con le posizioni sulla questione immigrazione che il Santo Padre ha preso in occasione del Giubileo». «Ogni tentativo di rimuovere o sostituire la statuetta – conclude il testo – sarà considerato un atto di intolleranza».«E’ difficile individuare dei responsabili – commenta il parroco, raggiunto telefonicamente – visto che queste persone si sono espresse in forma anonima. Non abbiamo alimentato la polemica e non vogliamo farlo perché non sappiamo con chi confrontarci. Gradiremmo che l’autore o gli autori del volantino si facessero vivi in modo diretto». Ma come si relaziona la parrocchia con la folta comunità straniera e soprattutto islamica, castiglionese? «Da più di venti anni ci sono rapporti veramente buoni – spiega don Marino – abbiamo anche organizzato delle iniziative insieme, e altri appuntamenti sono in programma: fra gennaio e marzo si terranno i consueti incontri culturali, fra cui delle riflessioni sul tema dell’immigrazione. La nostra parrocchia non ha problemi con gli stranieri, per i quali fra l’altro ci adoperiamo molto attraverso la Caritas». Nessun allarme, dunque, negli ambienti ecclesiastici locali: «Se ci saranno altri segnali e sapremo da chi vengono – conclude il parroco – ci comporteremo di conseguenza. Per ora continuiamo il nostro lavoro come sempre».

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