Che la discussione attorno alla destinazione della Società Lago di Garda di Gargnano sollevasse polemiche lo si poteva prevedere. Il tema è annoso e attorno al recupero dell’immobile (migliaia di metri quadri a lago, all’ingresso del paese, inclusi tre dei quattro lati del Trecentesco chiostro di San Francesco) si era spaccato il consiglio un anno fa. Gianfranco Scarpetta, il sindaco, era stato messo in minoranza anche da molti dei suoi consiglieri.Ora l’argomento è tornato all’ordine del giorno, nei termini che il Piano già prevedeva.In breve, si può sintetizzare, metà della volumetria sarà destinata a residenziale, il 35% a turistico, ricettiva e commerciale, ed il 15% ad uso pubblico. Così prevede il Piano Regolatore. Al Comune, ha riferito il sindaco, andranno 32 parcheggi (anziché 30), 234 metri per il passaggio pubblico lungo-lago, la realizzazione del passaggio per l’accesso a lago su un’area di 39 metri quadri, 136 metri da destinare a verde pubblico «pensile», 313 di chiostro e giardino interno, 133 di stanze dell’ex convento per attrezzature di carattere collettivo. Ad uso pubblico, è stato sottolineato, non di proprietà pubblica. Sparirà l’edificio staccato dal corpo principale, che ospitava anni fa la Pro Loco. Tramontata, a quanto pare, l’ipotesi che la «Sala della cernita» possa andare in proprietà al Comune.Prematuro, in questa fase, parlare di quanti appartamenti sorgeranno nell’ex convento o di altre possibilità.Per Marcello Festa (Lega Nord) la presentazione del sindaco è stata piuttosto asciutta a fronte di un argomento così rilevante. «La paura è che sulla carta venga presentato qualche cosa che lungo il cammino potrebbe cambiare».Scarpetta ha precisato che il passaggio attuale prevede l’adozione, cui seguiranno le osservazioni. Solamente in un secondo momento si passerà al progetto esecutivo ed a una convenzione completa, attorno alla quale si discuterà.Critico è apparso Luciano Galloni (Impegno Civico): «Parliamo di un pezzo di storia di Gargnano, e sarebbe bene che il Comune acquistasse lo stabile, vendendo tutto ciò che si può e accendendo mutui». Per il sindaco, però, ci si trova di fronte «a pura demagogia. Non si può obbligare il privato a vendere».Peraltro, all’acquisto dell’edificio si sarebbe interessato di recente anche un imprenditore che sta costruendo una struttura alberghiera sul Montegargnano. Ma pare che l’affare sia già sfumato.
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Presentato in Consiglio comunale il piano sulla vasta area in centro al paese