Il turismo è un bene prezioso, va difeso e promosso, e a sentire i relatori della tavola rotonda indetta dall’Unione Commercio e Turismo, ieri al Palacongressi, in giro non è che vada tanto bene. Teniamoci stretto quello nostrano, guardiamo ai nostri cugini dell’Alto Adige con un occhio di riguardo, diamo qualche aggiustatina alla proposta di rivisitazione dell’assessore Marco Benedetti, e facciamo volare questa benedetta farfalla. Mancava (colpa dell’influenza) il presidente Gianni Bort, ai lavori moderati da Mario Malossini nella sala convegni del Palafiere, ma il quadro che è emerso dal confronto con i responsabili di Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, può far dormire sonni tranquilli ai trentini. Sergio Donati, responsabile del settore turismo della regione Emilia Romagna, ha esposto quindici anni di travaglio, leggi fatte e rifatte, commissariamenti e liquidazioni delle Apt emiliano-romagnole. A Claudio Pasini, vi ce presidente dell’Api servizi, è toccato il compito di riorganizzare il settore che, pare, da un anno a questa parte sta dando i primi frutti. Tutti, o quasi, si sono comunque trovati d’accordo che è necessario coinvolgere pubblico e privato, promuovere i prodotti locali e in qualche caso anche commercializzarli, o attraverso i consorzi o altro che ne sia all’altezza. Disastrosa l’esperienza della Toscana riferita dal diret tore dell’Api Pierluigi Masini, «una sconfitta pesante l’approvazione della nuova legge» ha detto, mentre ottimo e abbondante è, invece, il turismo in Alto Adige a detta dell’amministratore delegato della “Alto Adige Marketing”, Karl Kron-steiner. Oltre al turismo si coordina anche la promozione dei prodotti agricoli. Lì la quota di capitale è equamente divisa tra privato e varie associazioni (albergatori, gestori d’impianti sciistici, etc.), e per Kronstei-ner è fondamentale chiedersi cosa vuole il mercato, cosa vuole la gente. In Piemonte, per Luigi Momo, dirczione turismo, sport e parchi, il turismo è relativamente nuovo, esiste un consorzio regionale chiamato Atl (Agenzia territoriale locale), dove pubblico e privato mettono la loro quota associativa. Il nostro assessore ha ricordato che è «vietato abbassare la guardia, mentre s’impone un cambiamento per le nuove strade del turismo. Il disegno di riordino va tenuto compatto ‑ha concluso Benedetti — ed è necessario creare un coordinamento del turismo».
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