Addio bollettini sulla balneabilità. Tutte le informazioni sulla salute delle acque del lago di Garda (ma anche degli altri laghi bresciani) saranno d’ora in avanti comunicati su rete internet. Basterà visitare il sito www.aslbrescia.it, quindi la pagina iniziale (home page) e cliccare sul disegno del lago prescelto. In pochi secondi apparirà l’elenco delle spiagge con i relativi giudizi di balneabilità. Ovviamente, non cambia nulla nella metodologia dei campionamenti da parte dei tecnici del Distretto del Garda che fa parte dell’Asl di Brescia. Così come nella cadenza delle operazioni, che resta quindicinale. Le informazioni sulla balneazione saranno aggiornate nel sito dell’Asl tempestivamente ad ogni variazione dei giudizi igienico-sanitari e, di norma, a decorrere dal 1° maggio fino alla fine di settembre. Ricordiamo che, in totale, sono 52 le spiagge bresciane del lago di Garda e che la passata stagione la situazione è stata buona. Anzi, negli ultimi cinque anni il quadro della balneabilità, tranne rare eccezioni, è migliorato gradualmente fino a raggiungere il traguardo del 90% del totale delle spiagge. Com’è potuto accadere questo mezzo miracolo? Semplicemente con la politica di sensibilizzazione portata avanti in decenni dalla Comunità del Garda, con l’opera di risanamento del lago e dei suoi affluenti grandi e piccoli dell’Azienda speciale Garda Uno, infine con il potenziamento o la sistemazione della rete fognaria di quasi tutti i Comuni rivieraschi. Una scommessa in parte vinta, anche se non bisogna abbassare il livello di guardia. La minaccia del 2000, infatti, si chiama «macrofita», ovvero quell’erba acquatica che, in enorme quantità, prolifera soprattutto nell’area meridionale del Garda, diciamo tra Desenzano e Peschiera, e che da qualche stagione sta creando parecchi problemi. In tre anni si è perso solo tempo: nessuno ha ancora chiarito, però, quali sono le cause della sua proliferazione. Nè le due regioni, Lombardia e Veneto (la Provincia di Trento non è sfiorata minimamente dal problema), hanno messo mano al portafogli per investire nell’acquisto di un paio di tagliaerbe potenti e veloci per impedire che le tonnellate di erbe macrofite si riversino sul litorale.