La navigazione a motore sul lago di Garda e il suo controllo da parte degli enti preposti: è l’argomento sul quale Legambiente intende chiedere l’intervento del prefetto di Verona, Italia Fortunati.«Abbiamo chiesto un incontro con il prefetto per cercare di sbloccare la situazione», dice Michele Bertucco, presidente provinciale dell’associazione ambientalista. «La navigazione è regolamentata da una legge che, di fatto, non è applicata e c’è la necessità di capire come mai. È emblematico il problema delle boe di sicurezza, quelle che dovrebbero indicare le zone riservate ai bagnanti e di conseguenza interdette alla navigazione».«Ebbene», sottolinea Bertucco, «o le boe non ci sono, oppure sono a una distanza inferiore ai 300 metri previsti dalla legge. Il problema dei piani boe predisposti dai Comuni è stato più volte sollevato dai comitati locali ma, sino ad ora, senza risultato. Speriamo che l’interessamento del prefetto cambi le cose».Manlio Bompieri, esponente del direttivo del Comitato per il Parco delle colline moreniche e presidente del gruppo ecologico di Peschiera, si sofferma sui pericoli derivanti da questo stato di cose. «Non si tratta di fare allarmismi», dice, «ma la mancata segnalazione e protezione delle aree balenabili fa sì che la gente nuoti in mezzo a barche e motoscafi. Una realtà ben diversa da quanto prevede la legge regionale 52 del Veneto, che disciplina la navigazione: il comma 1 dell’articolo 12 dice che nella fascia costiera fino a una distanza di 300 metri dalla riva, la navigazione è consentita soltanto ai natanti a vela, a remi, a pedale e alle tavole a vela». «L’articolo successivo, al comma 1», prosegue Bompieri, «precisa che la navigazione è vietata con qualsiasi tipo di unità nelle zone riservate alla balneazione appositamente delimitate».«Ma se le delimitazioni non ci sono», chiede Manlio Bompieri, «come si fa ad esigere il rispetto della norma? Allora diventa normale vedere bagnanti che nuotano in mezzo ai motoscafi ormeggiati alle apposite boe».Sia Bertucco che Bompieri ribadiscono che il problema della navigazione sul Garda non è la mancanza di una regolamentazione ma l’inefficacia del controllo sulla sua applicazione. «Occorre intervenire sugli enti preposti affinché si vigili correttamente su quanto si può e si deve fare quando si è in acqua con un’imbarcazione a motore. E sarebbe inoltre interessante capire», riprende il presidente di Legambiente, «la ragione di una programmazione che pare aver trasformato alcune zone del basso lago in un vero e proprio parcheggio sull’acqua». «Si continua a parlare del Garda come di un ecosistema che ha bisogno di essere tutelato per il suo straordinario valore ambientale, a cominciare dal ruolo di bacino idrico di primaria importanza: un’opinione in teoria condivisa da tutti, alla quale fanno però seguito scelte politiche e amministrative quanto meno contrastanti».«Noi siamo convinti che questa linea di condotta debba cambiare; nulla vieta», conclude Michele Bertucco, «che si possa cominciare dal far rispettare la legge sulla navigazione a motore».
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Denuncia degli ambientalisti: «Le norme sui motoscafi ci sono, ma inapplicate». Le chiede Legambiente al prefetto di Verona
Boe per tutelare i bagnanti
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