venerdì, Aprile 19, 2024
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In occasione della secolare Fiera delle Grazie di Curtatone

Cotechino a Ferragosto

Più di dieci tonnellate di cotechino in cinque giorni, servito con il pane e annaffiato di lambrusco a cavallo di Ferragosto. Succede a Grazie di Curtatone, piccolo borgo sulle sponde del Mincio a pochi chilometri da Mantova, dove ogni anno si ripete da secoli la tradizione di venerare la Madonna con una festa antica, l’Antichissima fiera delle Grazie, appunto, all’ombra del Santuario della Beata Vergine delle Grazie. Era l’11 agosto 1425 infatti quando Gian Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, con una grida dichiarò il piazzale antecedente il Santuario della Beata Vergine delle Grazie luogo di “libero mercato di merci”. Da allora, ogni Ferragosto, viene allestita “La Fiera delle Grazie” un connubio tra sacro e profano, che costituisce un enorme laboratorio artistico all’aperto e un forte richiamo tradizionale per i mantovani.Proprio durante la grande festa del 14 e 15 agosto, si svolge l’annuale “Incontro Nazionale dei Madonnari” che dal 1973 raccoglie ogni anno più di 150 artisti da tutto il mondo. I “Madonnari”, pittori che dipingono con gessetti colorati sull’asfalto, creano grandi riproduzioni di quadri famosi d’arte sacra o immagini di propria fantasia dedicate alla Madonna. Il concorso prende il via la notte del 14 agosto. Il Vescovo di Mantova benedice i Madonnari e i gessetti che gli artisti useranno e il loro lavoro continua imperterrito fino al pomeriggio di Ferragosto. Le opere lasciate poi in balia degli eventi atmosferici, sono destinate a sciogliersi al primo acquazzone, rimanendo fedeli, nella loro stesura iniziale, solo negli scatti fotografici delle circa duecento mila persone che ogni anno la piccola frazione ospita.Ancora oggi è frequente l’usanza di raggiungere a piedi il Sagrato delle Grazie, proprio nei giorni di Ferragosto fin dalle prime luci del giorno, come voto alla Madonna o dopo aver ricevuto una grazia. La Fiera delle Grazie però è anche bancarelle, giostre, spettacolo pirotecnico e il tipico appuntamento col cotechino (mangiato anche alle prime ore dell’alba dai pellegrini/visitatori), è quindi su tutti i fronti un incontro genuino tra fedeli, curiosi, devoti, tradizione e entusiasmo popolare, un po’ come la basilica che la ospita.Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie.Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie è una chiesa di stile gotico lombardo, dedicata alla Beata Vergine Maria, e sorge nella piccola frazione “Le Grazie” del Comune di Curtatone a 5 km da Mantova. Edificata su un ampio piazzale, la basilica sovrasta e si affaccia sulle acque palustri del Mincio creando un’atmosfera suggestiva per le numerose delegazioni di turisti e fedeli devoti alla Madonna. Le origini della chiesa sono da connotare addirittura al 1200; nella località allora chiamata Prato Lamberto su di un piccolo promontorio emergente da un dedalo di flora e canne lacustri, sorgeva un altarino con l’immagine della Madonna col Bambino a cui i pescatori del lago e i contadini erano particolarmente devoti. La devozione della gente della zona era antica e ben consolidata, in quei tempi l’ambiente lacustre era sì fonte di sostentamento ma anche di lavoro pesante, stenti e malattie, superstizioni e paure, la forza della fede era quindi di conforto, e quella cristiana era solo successiva a quella anteriore per le divinità e forze della natura. Dal piccolo altare, nel corso degli anni, venne edificato un sacello con una cappella votiva per proteggere l’immagine sacra dalle intemperie. Col crescere della struttura architettonica, crebbe anche l’interesse per questa immagine miracolosa, diffondendo la sua “fama” per tutto il territorio limitrofo.Nel 1399, per grazia ricevuta, Francesco I Gonzaga fece erigere un tempio alla Madonna che aveva fatto cessare l’epidemia di peste che aveva colpito i mantovani (questo episodio storico, come il precedente viaggio del Gonzaga in Terra Santa è forse da collegare a una scomunica ricevuta). I lavori furono affidati all’architetto Bartolino da Novara, che negli stessi anni progettò a Mantova il Castello di San Giorgio e quello Estense di Ferrara, la costruzione costò ben 30000 scudi d’oro e, a Ferragosto del 1406, la cappella venne consacrata al cospetto del suo committente e dei vescovi di Mantova e Cremona. Dalla costruzione del Santuario i pellegrinaggi verso questo luogo, che assumeva via via popolarità, si intensificarono e assieme alla povera gente dei paesi attorno, nobili, e persino l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e il papa Pio II visitarono l’immagine sacra. Iniziarono così tutta una serie di donazioni che apportarono anche alla struttura architettonica originaria delle modificazioni; alcune importanti famiglie mantovane fecero costruire cappelle private per la preghiera annesse al convento o all’interno della chiesa per seppellirci i propri avi. Persino Giulio Romano, su commissione, lavorò nella chiesa delle Grazie, opera sua e della sua scuola sono infatti il Mausoleo Castiglioni ed altri interventi nella sagrestia.Un coccodrillo in chiesaPresenza del tutto particolare, stupisce il visitatore che entra nel Santuario, un coccodrillo (Crocodilus niloticus) imbalsamato è appeso al soffitto al centro della navata. Si tratta di un vero e proprio coccodrillo, non un modellino, in tutta la sua interezza che è stato aggiunto nella chiesa nel XV o XVI secolo e che è stato da poco oggetto di restauro. Questa non è l’unica chiesa in cui si può trovare una simile stranezza, anche nella chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata infatti si può trovare un coccodrillo appeso, probabile dono dei maceratesi tornati dalle Crociate.Nell’antichità venivano viste con promiscuità le figure di draghi, coccodrilli o serpi e spesso, in epoca cristiana, venivano associate al male, considerate personificazioni terrene del diavolo, animali che inducono al peccato.La collocazione di questi animali nelle chiese ha quindi un forte significato simbolico, come furono nelle chiese medievali l’ubicazione di fossili preistorici, quindi, incatenare l’animale in alto, nella volta della chiesa vuol dire renderlo innocuo, bloccare il male che rappresenta e nello stesso tempo esporre un monito concreto per i fedeli contro l’umana predisposizione all’errore.Legati al coccodrillo “delle Grazie” e alla sua derivazione sono nate diverse leggende e teorie, c’è chi riporta la sua fuga da uno zoo esotico privato di casa Gonzaga, chi ha elaborato racconti più vicini alla natura miracolosa dell’evento: due fratelli barcaioli stavano riposando sulla sponda del fiume, a un tratto uno dei due venne assalito dal coccodrillo. L’altro, chiedendo l’intercessione divina, si armò di coltello e riuscì a uccidere il predatore. Sono stati ipotizzati anche altri significati e collegamenti (anche tra altre strutture architettoniche – simbolismi presenti nella chiesa e i versetti sull’Apocalisse) ben più elaborati si pensano riconducibili ai Francescani Minori Osservanti (guardiani della chiesa proprio durante il secolo in cui venne esposta la reliquia del coccodrillo) e all’alchimia medievale che attuavano.

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