sabato, Aprile 20, 2024
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Un secolo fa, sulla pista di Montichiari, atterrava la «macchina infernale» del primo grande trasvolatore dello stretto

Dalla Manica alla Montichiari, ricordando la sosta di Blériot

Trasvolare la Manica per raggiungere Montichiari (e viceversa) non é una novità. Superare il braccio di mare per congiungere l’isola al continente é stata sfida che per la prima volta venne vinta dal pilota francese Louis Blériot nell’anno 1909: in quel radioso luglio quel pilota “figlio del diavolo” compì il miracolo grazie ad un monoplano che fendeva l’aria e faceva spaventare i contadini, che correvano a far benedrire la terra toccata dall’ombra della “macchina infernale”. Blériot portò questo suo record, e tutto l’alone di mistero che lo avvolse, al Circuito aereo di Brescia, che si tenne proprio nella brughiera di Montichiari appena un paio di mesi dopo. La località bresciana si univa quindi a quell’impresa: The Channel, come le carte internazionali chiamano quello stretto di mare, era superato, e a Montichiari tutti cercavano di avvicinare quel pilota audace e fiero, a bordo dello stesso aereo della mitica impresa: un Blériot ad ala alta, a traliccio semi intelato «con impennaggi classici, carrello triciclo posteriore e cabina incorporata nella fusoliera, motore da 25 HP». Che fosse stato un francese a congiungere via aerea l’Europa all’Inghilterra forse non andò giù ai figli d’Albione, ma i bresciani ed i monteclarensi non se ne curarono più di tanto ed applaudirono tutti i 14 piloti presenti in quel settembre bresciano: otto italiani, un americano e cinque francesi. Inglesi completamente assenti, a conferma di come, in fondo, la presenza inglese nel campo dei mezzi di trasporto moderni non avesse mai avuto molta fortuna nel bresciano sino a quel momento. Già un trentennio prima, nel 1879, la società inglese “The Tramways and General Works Compani Ltd”, concessionaria della tratta Lodi-Soncino, chiese invano la concessione della linea tramviaria Brescia-Orzinuovi, proprio mentre lo stesso anno la londinese “The Province of Brescia Steam Tramway Company Ltd” si vedeva rifiutare l’autorizzazione per la gestione della nuova linea Brescia-Vobarno. Sfortuna (e abili strategie nostrane) non permisero nemmeno a tre investitori inglesi, l’ingegnere ferroviario F.H. Cheeswright, J. Clowes Bayley (amministratore della Bellingham & Comp.) e H. Hagan (della compagnia ferroviaria Freshwater Yarmouth), di acquisire nel 1891 la concessione per la costruzione della linea ferroviaria Iseo-Edolo. Blériot fu subito simpatico: aveva beffato gli inglesi atterrando sul loro suolo, e si presentava a Montichiari con ben due aerei, ma, narrano le cronache, «cavallerescamente fuori concorso»: oggi diremmo concorrente escluso per manifesta superiorità, ma al tempo la sua trasvolata, da Les Baraques (Calais) a Dover, lo aveva reso «la fiaccola dell’aviazione nascente», e Montichiari lo salutava festante. A distanza di un secolo da Montichiari si riparte per traversare la Manica, senza più spaventare «le lepri impazzite al suolo», ma con lo stesso mezzo aereo. Aereo stavolta non più trasporto elitario, ma pur sempre in gara con altri aereoplani ed altre compagnie. Un secolo fa, da Montichiari, un noto giornalista aveva visto lontano, scrivendo sul suo taccuino: «I nostri figli si avezzeranno al volo come ad una realtà positiva ed elementare: essi non potranno comprendere un’umanità senza ali». Marcello Zane

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