venerdì, Aprile 19, 2024
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Dopo un giorno di pausa l’impianto di potabilizzazione è andato in tilt lasciando a secco la parte alta del paese. Salta la vecchia pompa di pescaggio e arrivano le autobotti dell’Amia

È di nuovo emergenza acqua

Una pausa, all’emergenza acqua potabile, protrattasi per non più di una giornata. Ieri mattina la Garda alta, quella collinare che fa da cornice al centro storico giù a valle in riva al lago, si è nuovamente svegliata con l’incubo emergenza, dato che dai rubinetti l’acqua ha ripreso ad uscire con il contagocce. In particolare, colpiti i residenti di via Monte Baldo, quelli delle vie laterali a destra e a sinistra della strada che conduce, lassù, in alto, sulla collina a Marciaga. Quartiere di ville e residence che passa sotto il nome Parioli di Garda, per la sua esposizione a mezzogiorno e con panoramica sull’intero golfo. Ecco che a distanza di 24 ore da due insopportabili giorni di sofferta carenza di acqua potabile, quando ormai tutto sembrava tornato alla normalità con la serie di interventi all’acquedotto comunale, a non farcela a reggere alle aumentate richieste è stata nuovamente la vecchia pompa di pescaggio. Quella da sempre considerata di emergenza, ma che di fatto nei momenti cruciali di consumo viene ad assumere il compito più gravoso, quello di succhiare dal lago da sola molto di più di quello che abitualmente fanno insieme le altre pompe installate con il rinnovamento dell’impianto di sollevamento. Pompe di ridotta potenza, quelle nuove, e pertanto non in grado di provvedere al fabbisogno di una cittadina che in questo periodo vede quintuplicati gli utenti. Sta di fatto che la vecchia ma potente pompa di pescaggio, revisionata dopo che nella notte di domenica scorsa aveva abdicato per il troppo sforzo, è andata nuovamente in tilt riportando nuovamente buona parte di Garda in stato di emergenza. A protestare questa volta non sono stati gli albergatori che domenica e lunedì scorso si erano trovati in una situazione non certo delle migliori, con i clienti che minacciavano di abbandonare gli alberghi, ma i residenti della zona alta, per via del serbatoio di località Molinet rimasto quasi del tutto vuoto. «Meno male che questa volta non siamo stati presi alla sprovvista», si giustificano al centro ecologia e manutenzione del Comune. Infatti i tecnici, consapevoli che prima o poi il vecchio motore avrebbe ceduto e che servivano un paio di giorni per poter contare su quello nuovo, per tempo hanno allertato l’Amia di Verona, pronta a intervenire in caso di necessità con le autobotti. Cosa verificatasi ieri mattina, con il mezzo dell’Amia arrivato puntualmente a Garda ma utilizzato solo parzialmente. In quanto nel contempo, arrivato il nuovo motore, immediatamente sono ripresi i lavori per mettere in funzione il vecchio impianto che pesca direttamente a lago. «L’emergenza acqua ha messo in evidenza», fa presente il sindaco Davide Bendinelli, «come il nuovo impianto realizzato soltanto tre anni or sono risulti sottodimensionato rispetto alle esigenze attuali di Garda. Ora, con entrambi gli impianti in funzione, sarà possibile far fronte ai consumi idrici fortemente aumentati in questo periodo di siccità e di caldo anche per via dell’utilizzo dell’acqua per innaffiare orti e giardini e per i bisogni legati al turismo». Il Comune comunque ha già approvato un progetto esecutivo per attingere dal lago, a una profondità di 50 metri, una maggiore quantità di acqua necessaria, in casi di emergenza, a mantenere sempre ben forniti i tre serbatoi: quello centrale di località Pigno e soprattutto quello in val dei Molini e in località Molinet.

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