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Presentato il sistema di segnalazione dei temporali: quindici luci lampeggianti per avvisare i naviganti e salvare vite umane. La Comunità del Garda in prima fila: «Cercherò gli sponsor», dice Frau

Faro acceso? Burrasca in vista

Quindici fari lampeggianti di avviso di burrasca visibili su tutto il lago di Garda attendono solo un finanziamento per concretizzare il progetto «salvavita» che il Rotary club di Salò e Desenzano in collaborazione con quelli di Peschiera e Riva ha presentato sabato, e messo a punto per la prima volta in Italia con Comunità del Garda e Arpav di Verona. Questo sistema ottico per dare sicurezza preventiva a chi naviga, sperimentato in Svizzera, capace di intercettare i più violenti e imprevedibili temporali che sul Garda hanno già ucciso, è stato presentato al Forum del lago 2006 a bordo della motonave «Italia», che la Navigarda ha messo a disposizione di viaggiatori eccellenti, tra cui amministratori delle sponde bresciana, veronese e trentina e dell’entroterra del Baldo-Garda, rappresentanti di associazioni, forze dell’ordine, parlamentari. Ha aperto i lavori Luigi Amati, presidente del Rotary club Salò e Desenzano, che con il predecessore Leonardo Tranquillo ha creduto molto nel progetto; hanno proseguito Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda; l’ammiraglio Stefano Vignani, direttore marittimo del Veneto e comandante della Capitaneria di Porto di Venezia; Alessandro Gaoso, il tecnico; Paolo Frontero, fisico meteorologo dell’Arpav che, spiegate le burrascose dinamiche di questo imprevedibile lago, ha precisato che il sistema ottico potrà funzionare solo con il sistema di previsione a breve, il «nowcasting», che l’Arpav potrà offrire tramite il Centro meteorologico di Teolo. «Il sistema prevede la collocazione di 15 luci in 15 località del nord, sud e centro lago in modo che da qualsiasi punto se ne vedano almeno tre», spiega Gaoso. «Sono collegate a corrente elettrica e cavo telefonico perché il comando a distanza avviene tramite modem. All’Arpav spetta il compito di inviare il messaggio di pericolo incipiente alla Capitaneria di porto di Venezia che, tramite computer, attiverà le lampade avvertendo carabinieri, vigili del fuoco, guardia costiera, volontari». Il progetto è perfettibile. Per ora i punti sono cinque per ogni settore: a nord a Malcesine e castelletto di Brenzone, Nago Torbole (Trento), Capo Reamol di Limone e Forbisicle di Tignale (Brescia); al centro Toscolano Maderno e Bogliaco di Gargnano (Brescia), Crero di Torri, Punta San Vigilio a Garda, San Felice del Benàco (Brescia); a sud nel bresciano a Rocca di Manerba (dove sabato ne lampeggiava uno dimostrativo, portato venerdì notte dal lago di Costanza), Porto di Sirmione e Punta del Vo’ a Desenzano (Brescia); infine, Peschiera e Bardolino. Saranno luci vitali in una zona dove il temporale, per i tempi brevissimi in cui si sviluppa, è una vera insidia perché spesso nemmeno i modelli meteorologici lo prevedono. Proprio sabato hanno fallito, dando ad esempio depressioni al nord con precipitazioni estive mentre sul lago brillava il sole. «Il Garda è interessato tra primavera e autunno da almeno 45 temporali che potrebbero aumentare in futuro e divenire più insidiosi a causa dei cambiamenti climatici in corso», dice Frontero. Vi contribuiscono vapore acqueo e orografia perché il Baldo solleva correnti. I più subdoli si seguono solo con radar meteorologico che, permettendo di fare «nowcasting», cioè previsione a brevissima scadenza (fino a 3 ore) consente di pilotare il sistema di allertamento. «Il Centro di Teolo ha due radar, a Concordia Sagittaria (Venezia) e a Monte Grande sui Colli Euganei, che coprono vaste aree di pianura», ricorda Frontero. «Vanno implementati con radar a banda x, come quello di Valeggio che potrebbe avviare un nuovo concetto di radar-meteorologia per zone orograficamente complesse, perché vede le precipitazioni in piccole valli, come la Valdadige e il Garda». La sfida, subato caldeggiata da tutti, prevede un investimento di 400 mila euro, per un Garda che registra 20 milioni di presenze annue. «Il Rotary ha preparato lo studio, la Comunità dovrà trovare il denaro per realizzarlo», dice Frau. «Sottoporrò il dossier in Regione e cercherò sponsor, i comuni potranno mettere a disposizione aree e tralicci». Giuseppe Lorenzini dell’Unione gardesana albergatori veronesi: «Noi potremo contribuire alla gestione delle spese fisse». Intanto il Rotary ha lanciato il messaggio, con motivazioni aperte: «Quanto vale una vita? Quella di un bimbo? Di una mamma? Di un nonno? Di un professionista? Di un artista? Di un politico? Di un turista?».

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