lunedì, Maggio 6, 2024
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Lo sbarramento di elementi di gomma morbida scende fino ad una profondità di 2 metri e mezzo sotto il pelo dell'acqua. Positivi i risultati dei primi 40 giorni di sperimentazione dell'Enel

Fermate le schiume dalla nuova barriera

Magari sottovoce, a titolo scaramantico, ma bisogna ammettere che la nuova barriera posizionata dall’Enel davanti agli scarichi della centrale del Ponale, sta svolgendo egregiamente il suo compito: quello di impedire che le schiume prodotte dalla centrifugazione delle alghe ledrensi nella turbine, fuoriescano a lordare l’azzurro del lago davanti al porto.Nella mattinata di ieri addosso allo sbarramento s’era condensata una chiazza non particolarmente estesa e spessa una ventina di centimetri di schiuma bianchissima. Appena all’esterno della barriera un’altra chiazza, di colore più verdastro. Nel primo pomeriggio sono entrati in funzione i getti d’acqua, installati provvisoriamente lungo la spalletta del passaggio pedonale e la quantità di schiuma s’è ulteriormente ridotta, quasi fino a scomparire. L’ingegner Spinato, responsabile della produzione dell’Enel di Trento, ha assicurato che la centrale sta funzionando normalmente, dopo l’interruzione quasi totale nelle settimane, intorno alla metà di aprile, in cui è stata posizionato il nuovo sbarramento. Siccome gli apporti naturali sono molto scarsi in questa stagione, l’acqua utilizzata per produrre energia elettrica è prima pompata all’insù dal Garda al lago di Ledro. Il consumo di energia fa registrare, in certe ore della giornata, picchi considerevoli della domanda, che costringono ad aumentare fino al massimo possibile la produzione della centrale rivana. Dunque il calo delle schiume non si può motivare, secondo quanto dichiara l’ingener Spinato, con una riduzione nell’utilizzo della centrale. Siccome ormai la temperatura è salita considerevolmente fino a provocare la fioritura dell’alga nel lago di Ledro responsabile delle schiume, non resta che concludere che la nuova barriera sta funzionando. Si tratta, spiega sempre il responsabile dell’Enel, di una striscia di gomma alta tre metri: per una cinquantina di centimetri emerge dall’acqua, per gli altri due e mezzo rimane immersa, ed in quel modo riesce ad impedire la fuoriuscita nel lago della schiuma. Il sistema di ugelli che schizzano acqua sulla schiuma raccolta, sciogliendola quasi del tutto, non è quello definitivo, che dovrebbe riuscire anche ad indirizzare le schiume galleggianti in direzione sud lungo un corridoio coperto dalla soletta del futuro lungolago disperdendole progressivamente. La sperimentazione concordata con la provincia e col comune nel protocollo sottoscritto nel maggio 2002, sembra avviata a dare risultati positivi. Incrociando le dita, bisogna sperare che duri.

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