Il vice-premier Marco Follini arriva sul lago di Garda verso le 12.30. I sindaci lo attendono nel salone della Domus, a fianco del Duomo del Salò. Chi luccica con la fascia tricolore, e chi l’ha dimenticata a casa. Chi arriva per tempo, e chi ha mandato il proprio vice. In piazza Vittoria, vicino al Palazzo municipio, chiuso per le grandi crepe, c’è un notevole spiegamento di forze dell’ordine: Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza. E nel golfo guizzano gli scafi addetti alla sorveglianza. Gualtiero Comini, il vicesindaco, apre gli interventi, ringrazia l’ospite e passa il microfono. Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione Lombardia, sostiene che «il terremoto del 24 novembre non ha provocato morti nè feriti gravi, e questo ha portato a non valutare adeguatamente i danni, che sono stati enormi. 65 comuni colpiti, 2.200 sfollati, migliaia di case lesionate, centinaia di edifici pubblici e di chiese che hanno subito ferite profonde. Noi non siamo abituati a piangerci addosso, anche se chi è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione ha pianto lacrime amare. Noi bresciani ci tiriamo su le maniche, e ci mettiamo la gobba. Ma non vorremmo che tale atteggiamento fosse di motivo di sottovalutazione dei problemi. Abbiamo bisogno di avere il Governo vicino, perchè da soli non ce la possiamo fare. Se faremo squadra, ci rialzeremo in fretta». Alberti Cavalli, presidente della Provincia, rivolge ancora un plauso a «vigili del fuoco, forze dell’ordine, volontari e amministratori locali perchè hanno dato una risposta forte, competente, immediata e generosa». Poi esprime una serie di interrogativi: le risorse erogate (10 milioni dal Governo, altrettanti dalla Regione, 30 nella Finanziaria 2005, quindi il 5% delle somme a disposizione della Protezione civile, pari attualmente a 2,9 milioni di euro per 15 anni) «non sono noccioline, ma non bastano. Bisogna avere la garanzia di ricevere altri fondi». Cavalli aggiunge che «è sorprendente come lo Stato, da un lato, faccia pervenire risorse, ma dall’altro prenda l’Iva su appalti e forniture per i lavori di ripristino». Ed esprime le preoccupazioni delle famiglie sfollate, che, magari, «devono pagare l’affitto, le rate del mutuo sulla casa danneggiata e chiedere alle banche un nuovo prestito», menzionando pure i gravi danni al patrimonio artistico, storico e religioso. Il prefetto Maria Teresa Cortellessa Dell’Orco che sta lavorando alla creazione della nuova centrale operativa unificata, rivolge «un elogio a tutti quanti hanno operato con passione e grande senso di solidarietà. L’impegno più forte è stato della gente, che ha risposto con dignità e forza d’animo. E ora tutti aspettano di rientrare nelle proprie abitazioni». Silvio Lauro, il braccio operativo del commissario straordinario, conferma che, al rientro in ufficio, avrebbe firmato la circolare contenente le indicazioni per l’erogazione dell’indennità di a utonoma sistemazione e dei contributi alle famiglie per cominciare a mettere a posto le case. E annuncia di voler redigere entro un paio di settimane il piano degli interventi. Dopo avere ascoltato i vari interventi, prende la parola Marco Follini e dice rivolto a sindaci e sacerdoti: «Avete subito una ferita non visibile per intero, e gestito l’emergenza con sobrietà, misura e stile. Questo ha concorso a ridurre il rumore sul sisma del 24 novembre. Poi c’è stata la tragedia del Sudest asiatico. Comunque il Consiglio dei ministri e la Regione hanno adottato provvedimenti tempestivi. Mi pare che ora esistano due problemi: fare prima e fare di più. Occorre che la squadra continui a operare attivamente, e sblocchi i finanziamenti. Senza dimenticare il patrimonio prezioso del volontariato. Io non faccio promesse. Sono qui per ascoltare, e riportare le vostre richieste. Roma non è ladrona, ma può essere utile e virtuosa alla causa di tutti».
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Nel salone della Domus l’incontro tra il vice-presidente del Consiglio e gli amministratori comunali. Cavalli preoccupato per i fondi: «Non bastano». Beccalossi «Il governo ci sia vicino»