venerdì, Maggio 3, 2024
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L’intervento presentato ieri all’auditorium del Museo Bergomi. Il complesso lavoro ha permesso di portare alla luce 322 tombe medievali

Gli scavi del Gam in mostra a primavera

Il giorno tanto atteso dal Gruppo Archeologico Monteclarense è arrivato. Sabato mattina, presso l’auditorium del Museo Bergomi del paese, è stato presentato ufficialmente lo splendido lavoro eseguito dai volontari del Gam in otto anni di scavi ed impegno giornaliero che ha avuto come obiettivo l’area archeologica di San Zeno, una collina monteclarense ai confini con il Comune di Carpenedolo. Come spiega anche il sito informatico del Gam tra quelle colline è stato portato alla luce «una delle più grandi necropoli altomedioevali italiane ottenuta da indagini archeologiche iniziate nel 1998 che hanno permesso di portare alla luce sino ad ora 322 sepolture ed una serie di corredi assolutamente unici». Ad illustrare i dettagli di questa operazione erano presenti al Museo Bergomi, al tavolo dei relatori, il funzionario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia dottor Andrea Breda, il professor Angelo Baronio dell’Università Cattolica di Piacenza ed il presidente del Gam Paolo Chiarini. Ad ascoltarli con molta attenzione numerosi appassionati accanto agli assessori comunali Elena Zanola e Claudia Carzeri che con il loro sindaco Gianantonio Rosa ed il direttore del Centro Fiera Ezio Zorzi non hanno voluto mancare a questo storico appuntamento. Il dottor Breda si è complimentato con i volontari del Gam che «hanno ottenuto risultati straordinari che verranno presto resi pubblici nei particolari con una mostra che stiamo realizzando e che sarà pronta per la prossima primavera». Anche il professor Baronio ha voluto sottolineare l’importanza di questi ritrovamenti «in una zona dove in quel tempo esisteva un Regno Longobardo che poi diede il nome alla nostra Regione». Emozionato, ma orgoglioso dei risultati raggiunti, Paolo Chiarini, presidente del Gam, che forse più di tutti ha avuto la perseveranza e la passione, nonchè una grande competenza e sensibilità, per portare avanti un simile progetto, iniziato a causa di un ritrovamento fortuito otto anni fa . «I nostri volontari hanno compiuto un duro lavoro durato otto anni in collaborazione con la Soprintendenza Lombarda e con il Comune di Montichiari – ha detto Chiarini – le sepolture ritrovate sono tutte di epoca longobarda del 7° secolo dopo Cristo. Sono stati trovati anche molti monili ed altri attrezzi utilizzati da quelle popolazioni, tutti oggetti attualmente inviati in appositi laboratori per la pulitura e per poi essere esposti nella mostra in via di allestimento. Ringrazio la Soprintendenza e l’amministrazione comunale per averci sempre appoggiati ed aver creduto nei nostri progetti». Il sindaco Rosa ha promesso che «i risultati ottenuti e l’impegno di tanti volontari obbligano noi amministratori ad aprire ancora una volta la borsa delle finanze». Una battuta che garantisce la vicinanza del Comune alle attività del Gam, cui è stata affidata una sede comunale in via XXV Aprile dove i volontari hanno aperto un museo e dove si svolgono le loro riunioni di approfondimento. (info@archeologiamontichiari.it.)

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